Good bye Hobo
29 gennaio 2014
Ovviamente doveva succedere, e se non altro mi consola, a quanto ne scrivono le cronache, che la morte sia sopraggiunta nel sonno. Aveva 94 anni Pete Seeger e ieri, quando ho sentito alla radio la notizia della sua morte, davvero ho sentito la sensazione di vuoto che arriva quando se ne va una persona cara, che sai ti mancherà, poi non sarà più come prima.
Conosco la musica di Pete Seeger da prima del 1967. Lo devo a mio padre e ai dischi che sentivamo in quello che credo fosse il Bang & Olufsen dell’epoca, un lusso da bravo intellettuale borghese e di sinistra. Credo mi fu detto che Datemi un martello di Rita Pavone era in realtà sua, ed io ne avevo una versione in francese dei Les Surf prima di sentire quella cantata da Peter, Paul & Mary. E subito dopo Pete Seeger devo aver conosciuto Joan Baez.
In questa gente la protesta, la denuncia, il coraggio di dire no (l’eroismo non è affatto una prerogativa di destra! Non diciamo bischerate!), si mescolava a una delicatissima poesia, a una giocosità da infanzia. Si senta qui Turn, turn, turn, sembra di star davanti a un maestro, a un bravo maestro.