Intimità preservate

"Madre e figlio" di Gustav Klimt

Nell’esistenza degli esseri umani si costruiscono intimità. Alcune arrivano fin dalla nascita. Altre te le ritrovi tra capo e collo e quasi non sai spiegare per qual via si siano radicate. Ci sono poi quelle che si scelgono e si lavora anni per costruirle, per renderle splendidamente nostre, più che intime, fondamentali, essenziali, irrinunciabili per tutto l’oro del mondo. E altre ancora che magari non ti saresti mai immaginato e invece arrivano, inondano, dilagano.

Non so quale sia la misura con cui ponderarle o metterle in fila. Non è questo che voglio indagare, almeno non in questo momento. Mi chiedo come mai il più delle volte sia tanto difficile mantenere un’intimità, pur modificandola con quanto la vita chiede, senza gettarla alle ortiche, negarla, distruggerla. Solitamente, anziché stemperarla o rivolgerla altrimenti, viene negata, fatta a pezzi, cancellata. Più che altro sostituita, come se le intimità fossero tutte uguali, indistinte, non personalizzate.

Non sto pensando a poligamie mascherate che pur possono avere il loro senso, ma ad ammissioni di quel che si è interamente, senza subordinazioni a insensibilità dettate solo da convenzioni. Il che può risultare più evidente se si pensa alle intimità che nascono nell’ambito di amicizie dello stesso sesso, anche per le quali esiste un accomodamento di facciata dinanzi a nuove intimità. E così, un bel taglio col passato.

Credo che questo abbia a che fare con quella perdita di istinto primordiale a cui ho già accennato in altri post. Mi domando, e non mi dispiacerebbe avere l’opinione di un etologo al riguardo, se anche gli animali fanno così. E naturalmente ne dubito.

Ma questo è il codice che ci siamo dati e perciò, ci diciamo, va rispettato. Come se quelli che stabiliscono i codici fossero altri da noi, come se esistessero autorità supreme che legiferano al nostro posto.

Se è come la sto mettendo, direi che anche su questo piano, in questa sfera, l’umanità mostra una enorme propensione allo spreco, la quale, su altri fronti, è quel che la sta portando alla dissipazione. Ma noi non ce ne vogliamo accorgere. È più comodo così. E se non è comodo, è consuetudinario. E questo ci basta.

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One Response to “Intimità preservate”

  1. fabiola scrive:

    …non sono mai riuscita a negare una mia intimità, a farla a pezzi, una volta che c’è non importa come sia arrivata ne da quanto se ne sta lì c’è e basta.
    Difficile quando quelle stesse intimità ti viene chiesto di negarle da altri “per fare spazio” o divenute orfane finiscono con il restare “memoria di intimità”.
    Comunque restano.

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