Scrivere di politica
Qualcuno mi ha chiesto come mai scrivo così raramente di politica. Io non so se sia effettivamente vero, ma la risposta che ho dato prendendo per buono quel che mi veniva detto, è che se ne scrive già tanto e lo spazio per dire qualcosa di originale non è molto. Bisognerebbe precisare: lo spazio per dire qualcosa di originale non è molto nei termini in cui si ragiona e si scrive oggi di politica. O almeno è uno spazio che mi piace poco, nel quale non mi trovo a mio agio. Il battibecco, l’ingegneria, lo stuporone, il buco della serratura, il cicaleccio non sono il mio forte.
Vorrei leggere e scrivere di cose che succedono e di gruppi o partiti o anche uomini della politica che hanno qualcosa da dire su quelle cose che succedono. S’è fatto un gran parlare, e non dico che non abbia un senso, sul lacrimogeno finito sul palco di una festa del Pd. Fatto esecrabile e giustamente chi l’ha esecrato è nella ragione. Lo si è ricordato quando a un’alltra festa è stato contestato un docente universitario che è di sinistra ma con posizioni che non piacciono a molti di sinistra.
Personalmente credo che quell’uomo avesse diritto di parlare e che nessuno dovesse impedirglielo. Credo che mostrargli una tuta da lavoro in segno di dissenso non sia un male grave, lo è di più il brusio: il primo esprime un concetto, il secondo no. Credo che terminata la prolusione del docente (di cui ho stima e rispetto) chiunque non fosse d’accordo avrebbe potuto prendere la parola e circostanziare con argomentazioni appropriate il perché della propria non aderenza a quelle idee. Si sarebbe arricchito il dibattito.
Ma penso anche che sia difficile parlare di lavoro a una festa della sinistra senza ascoltare chi non ce l’ha o ce l’ha precario. Insomma io credo che oggi una politica, o forse la politica, dovrebbe più ascoltare e leggere che parlare e scrivere. Ascoltare e leggere per parlare e scrivere, perché questo, poi, è il vero compito della politica: avere idee, portarle avanti e tentare di farle diventare realtà, fatti, cose che succedono.
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