Facili previsioni
Era il 12 maggio quando ho scritto un post intitolato Una “Mattina” appena alzato nel quale mettevo in guardia i colleghi che lavorano nelle redazioni di Firenze e Bologna dei rischi a cui stavano andando incontro e che oggi si mostrano esser diventati realtà: qualche mese di gloria e poi giù la chiusura e il licenziamento.
Si legge sul sito del giornale fondato da Antonio Gramsci in data 16 settembre 2010: «l’Unità entra in sciopero due giorni, oggi, giovedì, e domani venerdì 17 settembre. Lo ha deciso con un voto unanime l’assemblea di redazione contro la minaccia di sospensione, annunciata dall’azienda al comitato di redazione, delle pubblicazioni delle edizioni locali della Toscana e dell’Emilia Romagna a partire dal 15 ottobre. Il giornale non sarà in edicola domani (venerdì) e sabato. Il sito on line non verrà aggiornato nelle stesse giornate: venerdì 17 e sabato 18 settembre. l’assemblea di redazione de l’Unità»
Questo il comunicato del Comitato di redazione: «L’assemblea delle redattrici e i redattori de l’Unità proclama all’unanimità due giornate di sciopero per respingere la minaccia dell’azienda di sospendere, ad appena quattro mesi dal rilancio, le cronache locali dell’Emilia Romagna e della Toscana a partire dal 15 ottobre. La politica miope dei tagli nella quale persevera l’editore Renato Soru, che da tempo è indisponibile a nuovi investimenti – mentre non vengono smentite voci di nuovi iniziative editoriali in Sardegna – colpisce l’area storica di radicamento e diffusione della nostra testata. La crisi che investe il giornale non può essere scaricata ulteriormente su una redazione che si è già fatta carico di enormi sacrifici. E’ arrivato il momento di dire basta a scelte contraddittorie e sbagliate, che indeboliscono il prodotto e colpiscono la diffusione del giornale. I ripetuti richiami del sindacato e della redazione sono rimasti finora inascoltati. Ai quasi 50 giornalisti, tra cui molti giovani colleghi, che non fanno più parte dell’organico in virtù dello stato di crisi, si aggiunge oggi la prospettiva concreta di altri 11 redattori che rischiano il posto di lavoro. L’editore deve esserne consapevole: colpendo le redazioni della Toscana e dell’Emilia Romagna si assume l’intera responsabilità di mettere in discussione l’esistenza stessa del quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Per queste ragioni l’Unità non sarà in edicola venerdì 17 e sabato 18 settembre».
Ovvio. I ricordi circolano. Toccano nervi scoperti. Ma alla fine è tutto molto chiaro: strategie sbagliate e pasticciate, certo, ma un più generale e colpevole disinteresse per la comunicazione che nasce da molto molto lontano. Secondo me per la sinistra-partito è sempre stato difficile distinguere – filosoficamente, politicamente e anche lessicalmente – propaganda da informazione. Così, per adeguarsi senza capire, a tempi sempre più moderni, con il passare degli anni passavano anche treni che regolarmente perdevano. Quello che resta, dunque, è certo tristezza. Ma soprattutto un vuoto, quello che lasciano le assenza.
Hai presente il concetto delle convergenze parallele, delle telepatie, di quel qualcosa che vibra nell’aria e non sai cos’è ma che intercetti e che fa “pizzicare il tuo senso di ragno”? Ecco, più o meno mentre scrivevi il nuovo post del tuo blog, io l’ho sentito. Non a caso, stavo proprio pubblicando sul mio, di blog (vedi qui: http://blog.stefanotesi.it/?p=468), un intervento in qualche modo inconsapevolmente collegato sul perchè i giovani colleghi dovrebbero ascoltare i più anziani e non scambiarele loro raccomandazioni di prudenza come patetici segnali di senile disillusione, ma benevoli sintomi di preveggenza. O, se preferiscono, come amichevoli avvisi di “cave canem”.
La storia si ripete e, come si vede, cambiano i protagonisti ma non il canovaccio. Mai dare fiducia in base alla fede, al credo, alle simpatie, alle illusioni. Mi diranno: sì, ma le alternative quali erano? Può darsi, dirò io, che non ce ne fossero. E allora va anche bene accettare di vivere in sospeso. Basta sapere che così, prima o poi (di solito più prima che poi) si cade.
E allora allargo il discorso. Già fatto, già visto, già sentito ma sempre attuale: che professione è ormai questa, che non offre nè redditi, nè stabilità, nè credibilità, nè prestigio, nè soddisfazioni nemmanco morali, nemmeno l’estremo rifugio dell’ideologia?
Solidarietà, certo. Che altro posso offrire ai colleghi? Ma so benissimo che non basta, et excrucior…
Caro Daniele,
mi associo anch’io alla solidarietà agli amici giornalisti de “l’Unità”..ma, come dici tu, la storia dei pasticci editoriali intorno al giornale è sì lunga, ma ha anche una storia recente…ed è legata ad una certa idea di partito che ha accompagnato l’ultima fase dei Ds e la nascita del PD..fase caratterizzata dall’”appalto” a editori esterni e da scelte editoriali dissennate (la scelta di Padellaro e Colombo come direttori…direzione che è servita loro per preparare poi il lancio del “fatto”…), o il grande credito e lancio concesso ad un personaggio come Travaglio…. Sarò un nostalgico, ma oggi il PD si ritrova senza un vero organo di stampa…Non serve un “organo”? molti lo hanno teorizzato…così si è aperta la via ad editori come Soru, e al fatto che l’attuale segreteria del PD non ha, di fatto, voce in capitolo…per cui serve a poco appellarsi a Bersani….Un giornale-organo di partito vende poco? certo, ma recuperando pienamente una funzione aperta di espressione della linea del partito, con un politico-direttore, e con il massimo pluralismo, e con il sostegno economico del partito (che i soldi ce li ha..vedasi lo scandalo del sistema di “rimborsi” pubblici…i partiti sono in attivo, oramai…Lo sapete che se una legislatura si interrompe, i partiti continuano a ricevere rimborsi corrispondenti a cinque anni?)…con tutto ciò un giornale ben fatto – che non rincorra “il fatto” o “repubblica” – il proprio pubblico di lettori ce lo avrebbe…Io non ho comprato più l’Unità per protesta contro Trvaglio…avevo ripreso a leggerla quando è andato via…e ho continuato a farlo per puro attaccamento alla testata, non perchè mi piaccia la linea del giornale e il modo con cui è fatto……se ora chiude anche la redazione di Firenze….
un saluto
Antonio Floridia
Caro Daniele, l’Unità non scuote gli animi come l’altra volta, qundi noi reduci ci sentiamo se possibile più abbandonati. Grazie della solidarietà, alla fine conta più delle sottili analisi che lasciano il tempo che trovano. Grazie