A casa di Indro
Non mi turo il naso. Ci vado invece volentieri. Sabato 16 ottobre, alle 17.30 sarò in Palazzo della Volta a Fucecchio, in Via G. di San Giorgio 2, alla Fondazione Montanelli Bassi a presentare il mio libro Sempre più verso Occidente e altri racconti. O meglio: sarà Stefano Tesi, uno degli ultimi che hanno imparato il mestiere su quelle ginocchia dove un tempo poggiava la mitica Olivetti Lettera 22 del vecchio Indro, a presentare quello che ho scritto per passione e non per mestiere, o più esattamente, per passione con mestiere anziché per mestiere con passione.
Anch’io ho cominciato a ticchettare articoli ed interviste su quella macchina da scrivere, e quando ha cominciato a bruciarmi il sacro fuoco della professione, Indro Montanelli era l’odiato nemico. Fortebraccio lo prendeva in giro un giorno sì e un altro pure nei suoi corsivi sulla prima pagina de l’Unità. Alla lunga anche noi di sinistra ci siamo tutti dovuti ricredere su di lui e considerare che in quell’uomo è prevalso l’amor della verità o che comunque l’età più matura lo ha indotto a cambiar rotta e veder con lucidità le cose senza piegarsi al compromesso.
Penso all’aneddoto che Paolo Ranfagni, capo ufficio stampa della Regione prima di me, mi ha raccontato sul “maestro” quando sollecitato da una lettera dell’allora Presidente della Giunta Toscana Gianfranco Bartolini, a raccontar con più obiettività e meno ideologia su Il Giornale che all’epoca dirigeva, la vicenda delle navi dei veleni, la pubblicò integralmente in prima pagina con l’aggiunta a commento di una sola frase del tipo: «È vero». Il giorno dopo richiamò in redazione l’inviato mandandone un altro al suo posto e sterzò la narrazione dei fatti. Altra stoffa, avercene oggi, magari in Rai.
Anche per questo vado particolarmente volentieri a presentare il mio libro a Fucecchio, dove il presidente della Fondazione, Alberto Malavolti, ha deciso di fare un’eccezione, perché solitamente lì presentano libri editi dalla cada editrice di riferimento di quel gruppo, che ruota intorno alla rivista Erba d’Arno, o comunque pubblicazioni legate a quel territorio incastonato fra Firenze, Pistoia e Pisa.
Perciò Stefano Tesi che presenterà Sempre più verso Occidente e Andrea Giuntini che ne leggerà qualche brano, saranno i primi di un ciclo di incontri con libri e autori che prevedono anche L’occhio e il triangolo di Marileno Dianda sabato 23 ottobre alle 17.30, con una relazione di Giuseppe Cordoni su “Il silenzio dei monti e la parola di Dio” e Inni Trinitari di Marco Cipollini che sarà presentato sabato 6 novembre sempre alle 17.30 da Carmelo Mezzasalma.
Ma la cosa più gustosa è che Stefano Tesi ed io siamo stati invitati da Alberto Malavolti il giorno prima, venerdì 15 ottobre, in qualità di uditori, al Laboratorio di orientamento al giornalismo organizzato dalla Fondazione Montanelli Bassi insieme al Comune di Fucecchio e al Master in comunicazione pubblica e politica dell’Università di Pisa. Il programma prevede relazioni di Adriano Fabris,docente all’ Università di Pisa, su “Verità, indipendenza e responsabilità del giornalista”, di Elio Girompini, vicecaporedattore di Corriere.it su “La carta e il WEB: come le nuove tecnologie cambiano la professione”, di Stefano Liberti, vincitore del Premio di scrittura Indro Montanelli 2010 su “Il giornalismo d’inchiesta oggi”, dell’amico Bruno Manfellotto, direttore editoriale dei quotidiani locali del Gruppo Espresso su “La sfida dei quotidiani locali: storia, successo, futuro”, di Ilaria Bonomi dell’Università di Milano su “Lingua italiana e comunicazione nel giornalismo attuale”.
C’è da aggiungere che tutto questo non sarebbe stato possibile se a venire a sentire la presentazione del mio libro alla libreria Lo Spazio di via dell’Ospizio di Pistoia nell’aprile scorso con casualmente in mano L’amore ai tempi del colera di Gabriel Garcìa Marquez non fosse venuta Fabiola Moretti con cui si è instaurata un’amicizia anche piena di gustosi battibecchi.
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Grazie, soprattutto per i gustosi battibecchi!
Fabiola