Dalla parte dei lavoratori

Però un’altra considerazione, appena accennata nel post Qualcuno era comunista del 19 settembre scorso, devo farla riguardo la vicenda del mio lavoro.

La campagna della Fnsi contro il bavaglio ai giornalisti

A scanso equivoci è opportuno ribadisca che da un punto di vista formale nulla mi era dovuto e non sta scritto in nessun luogo che un contratto a tempo determinato, con tanto di scadenza a fine legislatura, come l’ho sempre chiamato un “cococo di lusso”, debba per forza essere rinnovato.

La questione, evidentemente, non è questa. In discussione non c’era quello che altrove si chiamerebbe “la giusta causa”. Anzi, semmai, per motivi di merito, sarei dovuto essere ancora in sella al cavallo o, più precisamente, a Palazzo Strozzi Sacrati avrebbero dovuto dire: «Cavallo che vince non si cambia». È solo una questione di maggior fiducia verso qualcun altro o di maggior organicità a quello che si ha intesta o comunque di gratitudine per il lavoro svolto, ed io lo trovo del tutto legittimo e accettabile. Niente da eccepire.

Perciò penso sarebbe stato sbagliato se l’Associazione stampa toscana e il Cdr di Toscana Notizie, ovvero il sindacato dei giornalisti al quale sono iscritto da quando poppavo ancora alla tetta materna, avessero protestato per il cambio di guardia. Ma un gesto in difesa dell’occupazione dei loro colleghi meno tutelati, io e altri due contratti a tempo determinati che ho scoperto da poco non sono stati rinnovati, sarebbe stato… gradito è troppo poco, doveroso. E invece un gran silenzio.

È curioso che nessun ex collega, né giornalista né della redazione web, se la senta di esporsi e dire magari solo quello che pensa: mi fa pensare a un clima di intimidazione che davvero sarebbe inappropriato per il luogo di cui stiamo parlando. Nel pubblico impiego si è blindati a vita, salvo apocalissi da 2012, e anche il direttore non può esercitare quel diritto/dovere forte in una testata giornalistica (articolo 6 del Contratto nazionale di lavoro giornalistico) che gli consente di assumere e licenziare. Ed è amaro per me che l’averlo notato parlando di posto garantito sia stato considerato solo “una provocazione”.

Questa per me è solo un’amarezza, mentre è un’incazzatura il fatto che in via dei Medici, dove ha sede il sindacato dei giornalisti, o in vicolo dei Malespini dove si trova l’Ordine, la cosa passi sotto silenzio.

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2 Responses to “Dalla parte dei lavoratori”

  1. paolo ciampi scrive:

    caro daniele, a parte le cose che ci siamo detti di persona e la voglia di rivederti per parlare ancora e magari anche di rivederci insieme a tutti i colleghi, vorrei dirti che per quanto mi riguarda, e per quel poco che posso anch’io rappresentarla, l’Assostampa c’è o ci dovrà essere: come è giusto con un collega rimasto senza lavoro a dispetto dei suoi meriti. Un collega, peraltro, che io ricordo anche come direttore che con il sindacato ha sempre avuto rapporti più che corretti…. A presto, paolo

  2. Daniele Pugliese scrive:

    Caro Paolo, grazie. Se il sindacato ci sarò davvero, vedremo.

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