Sociologia editoriale
Fucecchio – comune estremo della Provincia di Firenze che si incunea fra quelle di Pisa, Lucca e Pistoia – fa più di 22 mila abitanti. Il fatto che Alberto Malavolti, direttore della Fondazione Montanelli Bassi e l’amica “Ludmilla” Fabiola Moretti siano riusciti, sabato scorso, a portarne alla presentazione di Sempre più verso Occidente da parte di Stefano Tesi – finalmente sedutosi esattamente nella sedia che ospitò per il suoi 90 anni il suo maestro di giornalismo, il vecchio Indro – circa 22, lo 0,1%, e che di questi 5, più del 25%, alla fine della serata, dopo aver assaggiato un calice di vino gentilmente offerto dall’azienda agricola Podere il Pino, di Giuseppe e Simone Parisi viticoltori dal 1912, abbiano acquistato il libro, quasi tutti chiedendomi di dedicarglielo, dal punto di vista della sociologia editoriale o, se si preferisce, culturale, è non solo un successo, ma un fatto che, al di là del valore o meno dei miei scritti, merita di essere notato.
Quante cose di meglio ci sono da fare in un uggioso e quasi scozzese pomeriggio a cavallo d’un week end che non andare a sentire un po’ di gente che chiacchiera di una cosa che neanche si sa che cos’è? E poi, non si era detto che gli italiani non leggono e che la tv la fa da padrona?
Per me è stata una vera soddisfazione. Ho apprezzato ciò che Stefano Tesi è andato a cercare tra le mie righe, l’entusiasmo di Fabiola, la disponibilità di Malevolti e, soprattutto, il modo con cui Andrea Giuntini ha letto due miei racconti dinanzi al pubblico, L’ingrato e Dal latino.
Quella sensazione di non riconoscersi, nel senso di sentire qualcosa di meglio di quello che si è scritto, ascoltando uno che legge i propri racconti, l’avevo già provata a Firenze con Italo Dall’Orto e a Pistoia con Massimo Biagi. Davvero, non lo dico per falsa modestia, ma in tutti e tre i casi, è stata la loro voce, il loro modo di leggere a rendermi gradito quello che io speravo scrivendo fosse gradevole, ma senza averne alcuna certezza. È una dissociazione forte sentirsi letti. Quasi non si riconosce quel che si è impresso sul foglio, quasi sembra che si tratti d’altro. Si smuovono corde emotive nascoste in chissà quale zona dentro.
Solo ascoltando in fila da altra voce quei due racconti che pur conosco a mena dito ho messo a fuoco, meglio di quanto non avessi fatto prima, che, con un monologo in prima persona in un caso e una descrizione in terza nell’altro, a parlare è una donna: lei è la voce narrante, la protagonista, quella che esprime il proprio pensiero e quello che sente. Aveva dunque forse ragione Pasquale Mennonna quando emettendo un affettuoso giudizio clinico ha detto che nei miei scritti c’è una «ricchissima nevrosi», e ancor più una qualche forma di omosessualità neanche tanto latente.
Quel feminino alberga da qualche parte entro di me ed è bene che io lo lasci fare libero com’è e come si manifesta. Ma posso perciò esprimere la particolare soddisfazione che mi deriva dall’essere stato invitato a presentare rapidamente il mio libro – e io stavo appunto pensando di chiedere a qualche bella voce femminile di leggere qualche frase da uno di quei due racconti, forse meglio da L’ingrato, perché oltre che con il femminile ha a che fare con la malattia – a una manifestazione delle donne in rosa, quelle cioè che si sono sottoposte a un intervento per il tumore al seno, che si terrà l’8 novembre, credo intorno alle 19, al cinema Odeon di Firenze all’interno del 32° festival del cinema delle donne.
Tags: Donne in rosa, Fabiola Moretti, Stefano Tesi
io sono uno dei 22 (acquirente del libro con dedica al figlio ottenne “molto interessato alla serata…”), ma se Fabiola avesse messo in giro la notizia che sarebbe stato presente anche un calciatore di serie A saremmo stati 2.222! Scherzi a parte la serata è ben riuscita, le letture molto ben interpretate e coinvolgenti, interessante e coinvolgente il commento di Stefano Tesi. Dopo la lettura di Andrea Giuntini del racconto “L’ingrato” ho capito che l’entusiasmo con cui Fabiola si è tuffata in questa avventura era giusto..e la causa meritoria…ora devo leggere il resto…Le, o meglio ti farò sapere con quali conseguenze nella mia anima. Ti saluto cordialmente. Marco Lotti
Grazie Marco per aver condiviso con me (e i nostri interessati figli) la serata, oltre l’emozione e l’entusiasmo, oltre la passione per la lettura che ci accomuna.
Fabiola