La Resistenza on line

Aristo Ciruzzi

Questa mattina, il circolo del Partito democratico di Varlungo, uno dei quartieri storici dell’antica periferia di Firenze, è stato dedicato a Corrado Bianchi e ad Aristo Ciruzzi. Mio padre, che di quel circolo è un iscritto per non dimenticare di quando nella Torino del primo dopoguerra salterellava intorno a Palmiro Togliatti e per tener desti gli ideali che lo hanno ispirato per una vita, si è dato un gran da fare per questa occasione.

È stato lui ad insistere perché quelle stanze dove ci si può riunire, discutere, incontrarsi, parlare fossero dedicate non solo a quel partigiano fiorentino, medaglia d’argento per la Resistenza, che per anni ha fatto il segretario del Pci in quel rione a ridosso dell’Arno, ma anche a un amico di famiglia che è stato una leggenda, anche se ormai si fa fatica a tener deste le leggende.

Anche Aristo prese le armi in mano per cacciare i nazisti ed era poco più che un ragazzetto. Andò in Casentino alla macchia. E di lì fu lui che spedì a Firenze un giovane con il compito di impedire che i nazisti trafugassero le opere d’arte di cui era piena questa città: quel giovane si chiamava Rodolfo Siviero e la sua casa sul lungarno dietro San Niccolò, dove io sono iscritto all’Anpi e dove molti anni fa ho cercato di metter su una famiglia, è un museo, l’unico di proprietà della Regione Toscana, che merita di esser visitato per quanto piccolo sia. La guerra si faceva anche così.

Poi Aristo è stato un milione di altre cose, anche uno dei primi in Italia ad essere arrestato con la falsa accusa di essere un terrorista, anzi un brigatista rosso. Bugia, menzogna, anche se Aristo certo non è stato un “allineato”. Faceva la spola soprattutto con il Sudamerica, faceva in modo che i popoli nel mondo si potessero liberare. La mia mente è densa di ricordi su di lui, nessuno capace di diventare una vera e propria biografia, alla quale però sta lavorando un suo amico, un collega genovese che lavorava al Secolo XIX, Camillo Arcuri.

Tra i miei ricordi su Aristo c’è un roast beef all’alloro con salsa piccante messicana cucinato nella magica cucina di Piteccio, sulla montagna pistoiese, o l’abbraccio fraterno e denso davanti alle cappelle del commiato di Careggi, fra lui e un altro partigiano “defilato”, nel senso di schivo: Giuseppe Barbieri.

La consigliera ed ex compagna di Fgci Daniela Lastri e il consigliere provinciale del Pd Leonardo Brunetti hanno portato i saluti istituzionali: il Comune non c’era. Ed è stato molto bello che ci fossero l’unico dei fratelli Ciruzzi ancora in vita, Corrado, 94 anni con la lucidità di quando aveva la mia età, il grande fotografo Mario Ronchetti e suo figlio Luca che è stato il mio grande amico di infanzia ed è amico ancora ora, e poi Alessandra Minuti con suo padre che di Aristo fu un altro dei tanti amici. Io ho ascoltato e una cosa mi è venuta in mente.

Wikipedia è un’enciclopedia libera, aperta a chi sa cosa dire e ha cosa dire: perché non riversiamo lì tutta la nostra memoria, perché non mettiamo lì traccia di Aristo Ciruzzi, di Corrado Bianchi, di Giuseppe Barbieri, di mio zio Lino Cima? Di tutti coloro ai quali dobbiamo la nostra libertà. Ho lanciato il sasso nello stagno. C’è qualcuno disposto a raccoglierlo? Io sono pronto a scrivere.

Allego l’articolo che ho pubblicato su l’Unità nel 2008 per ricordare la scomparsa di Isabella Ciruzzi, il vero collante di quella casa di geni sregolati. A proposito: dov’era oggi l’Unità?

08-06-17-l’Unità Ciruzzi

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3 Responses to “La Resistenza on line”

  1. camillo arcuri scrive:

    Messaggio per Daniele Pugliese
    E’ viva e calda la tua rievocazione di Aristo e te ne sono grato a nome di quanti -e siamo numerosi anche a Genova, città riservata e pudica soprattutto nei sentimenti- gli hanno voluto bene davvero. Il ricordo di lui, della sua coerenza politica, della sua generosità, del suo laico francescanesimo, non si affievolisce col tempo fors’anche per contrasto con le miserie del nostro presente. Giusto l’appello rivolto ai tanti che lo hanno avuto amico e compagno, a recare testimonianza: il miglior passato non appartiene solo a noi; esiste il dovere di renderne partecipi le nuove generazioni, quei ragazzi che poi ci lamentiamo se non sanno niente e si interessano a ben poco di serio. Non voglio ammantarmi di nobili scopi, ma sento che recuperare alla memoria collettiva la figura di Aristo risponda anche a un fine non soltanto documentaristico. Il materiale che sto raccogliendo attraverso ricerche a 360° apre scenari avvincenti evorrei che ne uscisse un libro capace di parlare a tutti. Spero che faccia centro in questo senso mio figlio Carlo (sarà lui a scriverlo in quanto sua è stata l’ideaa). A me basta e avanza l’onore di contribuire a a rendere un po’ di giustizia a un compagno fraterno.
    Grazie a te e a quanti vorranno portare la propria pietra al cippo.
    Camillo Arcuri

  2. juan hector mendez scrive:

    piacere di poter scrivere anche commoso per il ricordo di Aristo Ciruzzi, lui e venuto qui nel messico anni fa, era amico di Coccioli e ho avuto la fortuna di conoscere lui e la sua famiglia, sono andato anche a Piteccio parecchie volte.
    ero giovane e ho conusciuto a Corrado fratello di Aristo, in poche parole ho conosciuto a tutta la famiglia Firenze. Vorrei sapere se Corrado Ciruzzi e ancora a Firenze.
    sarei onorato di poter raccontare un pó su Aristo e la sua personalita, e anche di quella di Corrado, mi piacerebbe scrivere anche qualcosa di Corrado. chiedo scuse per il mio italiano. grazie del tempo a presto spero, hector mendez
    hectorm0366@gmail.com

  3. Carlo Umberto Arcuri scrive:

    Caro Juan Hector Mendez,
    ho appreso con grande emozione, e grazie al suo ottimo italiano, che lei ha conosciuto Aristo Ciruzzi in anni lontani in Messico e che desidererebbe testimoniare sulla sua vita. Suo fratello Corrado é sempre a Firenze, ancora attivo, come commercialista. Se desidera, penso che Daniele Pugliese e gli amici fiorentini della famiglia saranno felici di metterla in contatto con lui, perché possiate comunicare direttamente. Anzi, magari l’hanno già fatto…
    Visto che sto raccogliendo un po’ di materiale su Aristo, che ho conosciuto e apprezzato quando ero un ragazzo negli anni settanta a Genova, mi piacerebbe parlarne un po’ con lei, se è d’accordo. Potremmo magari utilizzare “skype” per parlarne vedendoci a distanza, fra il Messico e Parigi, dove vivo. Oppure qualche altra meraviglia della tecnica, tipo telefono od altro. Purtroppo il suo indirizzo mail che appare sul blog non funziona: che sia sbagliato? Il mio, in ogni caso, è: carlarc@hotmail.fr
    Aspetto un suo cortese segno di risposta. Cordialmente e a presto, spero!

    Carlo Umberto Arcuri
    10, rue Monge 75005 Paris France

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