Futuro prossimo

Dunque Firenze è diventata la capitale della rottamazione. Un immenso demolitore verrà allestito nella piana, una volta che l’aeroporto avrà trovato il suo verso, il Franchi sarà stato riciclato e Monte Morello fatto a brandelli. Ricicleremo pezzi di ricambio di miglior o minor qualità non solo a tutta l’Italia, ma guarderemo anche all’estero e ci si può facilmente immaginare che anche Obama venga qui a cercare il carburatore o lo spinterogeno della sua Mercury. Ogni componente avrà il suo angolo accuratamente indicato da cartelloni che inneggiano non solo al pezzo esposto ma anche al genio fiorentino e il festival della creatività premierà il miglior combinatore di aggeggi apparentemente inavvicinabili e addirittura impensabili l’uno al fianco dell’altro, tipo il diavolo e l’acqua santa. Una nuova linea della tramvia circumnavigherà il deposito, i torpedoni dei giapponesi e di turisti di altre nazionalità stazioneranno sui rottami della pensilina di Toraldo di Francia esibiti come il nuovo Muro di Berlino; un patto segreto con la Cina prevede già lo smaltimento della Muraglia e gli impianti di riciclaggio delle acque reflue situati nella zona del Cuoio verranno prolungati fino ai viali del Poggi. Fagociteremo la Normale di Pisa, il Palio di Siena, la maremma maiala, i “de’ bimbo”, le gnocche putiniane del Forte che hanno preso il posto delle pizzette di Valè (l’ultima, in ordine di tempo, delle Velì-nè) e anche quel che ne resta dei necci e dei testaroli, shakerando il tutto ben bene e quando sarà abbastanza frozen, una poltiglia che somigli al gazpacho o all’impasto di crostini, insomma un polpettone firmato Cibreo, lo sparpaglieremo per il mondo al posto dei cappellini di paglia da anni spariti dal porcellino e dalle scarpe di Gucci, anch’esse nel frattempo finite nel frullatore. Gru pantagrueliche, pale meccaniche indecorose e capaci di palpare anche il culo più rinsecchito come si faceva un tempo da Gilli e le foto degli Alinari ne danno testimonianza, magneti spropositati, rulli trasportatori, teleferiche sottratte alla Ilva di Piombino, smuoveranno ogni genere di rottame e le loro silhouette oscureranno l’unica costruzione un attimo pensata dopo il tappo del Brumelleschi: l’ancora inutilizzato Palagiustizia, luogo ideale per le sfilate di quel che è rimasto di Pitti che un tempo ci dava uomini, donne, bambini, intimo, casa, animali e ce n’è per tutti i gusti buontalenti compreso. La cabina di manovra sarà installata al posto del museo egizio di Fiesole e un megaschermo al plasma sarà issato al piazzale Michelangelo per garantire trasparenza sulle operazioni del manovratore che avrà, ovviamente, di fianco l’apposito invito a non disturbarlo. Sarà riaperto il mercatino multietnico del lungarno per garantire che niente vada perduto perché quando si rottama e si ricicla non si butta via nulla come si fa col maiale. Le secolari spoglie di Santa Croce decantate dal Foscolo avranno diritto a un ‘indennità di prepensionamento onde possano esser sparpagliate ai quattro venti dalla contigua cappella dei Pazzi. Rivendute nel frattempo le stazioni di Foster e Michelucci si ripartirà tutti dalla Leopolda che fu quello che dette alla Toscana il primato mondiale dell’abolizione della pena di morte, il quale come tutti sanno era un Asburgo Lorena, non un sanfredianino e neppure una gallina mugellana. E nei secoli dei secoli fu rinascimento all over the world.

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