Eclettismo
Se si scorrono i manuali di storia della filosofia ci si rende conto che già nell’antichità, e più di una volta nell’arco di tempo che ci separa da Socrate, a qualcuno è venuto in mente di prendere il meglio di tutti coloro che l’hanno preceduto o di tutti coloro che gli stavano d’intorno. Quelle correnti di pensiero, presenti anche nella letteratura e nell’arte, sono state denominate “eclettismo”. L’eclettismo – a meno che non sia riferito ad un individuo al quale si riconosce un’eccezionale versatilità, la capacità cioè di misurarsi con egual merito in discipline diverse – è un atteggiamento, una disposizione, al quale non si attribuisce grande valore. Per lo più agli eclettici si contesta la scarsa originalità, il fatto d’essere ripetitivi, di non portare innovazione. Ma spesso non ci si rende conto che il loro non è plagio, ma ricerca. Spesso si sottovaluta il valore della sintesi.
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