Auguri Claudio
Ho lavorato con, o meglio, per Claudio Martini dieci anni. Credo bene e con sua soddisfazione. Forse un po’ meno degli altri suoi collaboratori, ma non si può avere tutto ed io sono il primo ad essere contento di non poter avere tutto.
Son contento ora di sapere che all’ex presidente della Regione Toscana sia stata affidata la presidenza dell’Orchestra regionale della Toscana. E rivelo che avevo suggerito al nuovo governatore di poter affiancare il mio vecchio padrone in questo nuovo ruolo di cui sapevo l’intento da tempo. Ma anche su questa proposta è caduta presto la nebbia.
Son contento perché quella per la musica è la prima vera grande passione di Martini, quasi più della politica. E perché è un buon “direttore d’orchestra”, perciò i suoi intenti di far squadra fra i vari teatri cittadini parecchio gelosi della propria “locale” notorietà e del singolo nome che portano addosso, sembrano credibili e, se non certamente realizzabili, almeno perseguibili.
Sono contento perché il ruolo politico che gli è stato fin qui ritagliato – responsabile Pd per le politiche del territorio –, quando sicuramente avrebbe dato il meglio di sé su scala europea dove davvero in dieci anni ha affinato contatti, esperienza e conoscenze, sembrava davvero stargli stretto.
Sono contento perché continuo a pensare che la cultura, e quindi anche la musica, sia una risorsa da spendere, non un lusso da concedersi, e, di più, una necessità a cui non sottrarsi.
Gli faccio perciò pubblicamente i miei auguri, auspicando che ragioni in termini globali e non locali: diciamo che mi piace di più quando parla in francese che non quando fa vezzo del suo essere pratese.