Ai ragazzi del Pd

Alfredo Reichlin

C’è chi, data l’età e il lungo cammino che ha fatto, lo rottamerebbe, facendone una polpetta, un gazpacho o altri prodotti tritati prima d’esser eietti. Io invece, quando l’ascolto, sento sinapsi connesse e minuscole scintille dinanzi alle quali vien da esclamare “toh, un cervello che funziona”.

Perciò consiglio a quanti ci tengono a questo nostro paese e son stufi di furibondi litigi televisivi – ai quali non fa mai seguito, finalmente e come giusto e ovvio sarebbe data l’asprezza dei toni, un bel duello all’alba all’arma bianca o con un sol colpo in canna, proprio là dietro Saxa Rubra o in qualsiasi altro luogo –, di leggersi quel che Alfredo Reichlin ha scritto su l’Unità dove son riusciti anche a metter un bel refuso nel titolo.

Sentendosi rottamato o rottamabile o comunque a margine o in pensione ma vivo, vivo, vivo – che altro c’è di più che esser vivo e desto! – l’anziano leader comunista, che forse un tempo avrebbe rabbrividito dinanzi a questo aggettivo, il mio ex direttore, invita i giovani a destarsi e i nostri cervelli a carburare, invita a far piazza pulita di coazioni a ripetere che non servono a nulla se non a placar le ansie di chi le ripete. Giovani ribellatevi – incita – e il mio ex giornale (dal quale mi dicono che sull’orlo del baratro rifiutano una mano per ripicche, rancori e antipatie) s’inventa un nuovo aggettivo riferibile in questo caso ai giovani che sarebbe ribellativi (ribelli, ribelli! e pensateci sarebbe ri – belli).

Si legga quest’articolo, l’ovvio che contiene e non me ne voglia Reichlin se deprezzo il suo pensiero all’ovvio, di cui si sente una gran mancanza e che è diventato una merce rara, pressoché introvabile. Lo consideri anzi un complimento.

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