Punti deboli

La politica non tira. Ancor meno la filosofia politica. Troppo difficile forse o forse troppo scollegata dalla realtà, dalla vita delle persone. Anche se, invece, tenta proprio di andare al cuore della loro vita. Direi che da quando ho aperto il blog, non ho mai avuto così pochi visitatori così come da quando ho deciso di pubblicare il saggio intitolato La politica ritrovata (Si veda anche Una strada per la politica) e, tolti i primi giorni, solo quello.

Naturalmente potrei guardare la faccenda dal lato opposto e dire che, data la “noia” o la “pesantezza” dell’argomento, sono stati molti quelli che hanno avuto voglia di sapere cosa penso io dell’argomento e si son sorbiti i 20 capitoli dello scritto.

Unità di misura sull’argomento non ne esistono e tirar una qualche conclusione mi risulta privo di senso. Perciò non lo faccio. Confesso però un pensiero che la considerazione mi suscita. Il mio blog mescola considerazioni per così dire – e mi si passino i termini –, “politiche” o “filosofiche” ad altre di natura più personale, sul filo di un diario in pubblico nel quale tuttavia cerco di non cadere mai nell’autobiografico o nel chiacchiericcio di paese da comare. E mi resta difficile comprendere fin dove si spinga l’attenzione al pensiero, alla valutazione, al limite al solo modo di scrivere e dove cominci, invece, un interesse – legittimo – più personale che può talvolta rasentare una sorta di voyeurismo probabilmente speculare a quel tanto di esibizionista che c’è, appunto, in una “conversazione in pubblico”.

Penso che un mondo senza maschere sarebbe assai migliore di quello carnevalesco a cui, invece, ci siamo abituati. Ma è probabilmente vero che non siamo affatto pronti a vivere senza travisamenti, trucchi, mascara e passamontagna. Percepisco un radicato attaccamento a considerare le autenticità come vulnerabilità e le fragilità come imperdonabili pecche contro le quali accanirsi alla prima occasione utile al proprio, spesso miope, tornaconto.

Son questioni queste di quelle che restano in eterno senza risposta e perciò è fin troppo che vi abbia accennato: ma a qualcuno magari può risultare come un elemento di riflessione. Perciò non me ne sottraggo.

Infine, visto che sono partito dall’audience di certi scritti piuttosto che di altri: ma dove sta scritto che l’unico parametro è lo share?

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One Response to “Punti deboli”

  1. Rita scrive:

    Hai ragione, molta: non è certo lo share l’unico parametro.
    Così come ad un corso di comunicazione fatto nel ‘96 la comunicatrice Gallo affermava che lo stipendio era solo il “fattore igenico” nel rapporto di lavoro.
    Si ma guarda caso che stamani mi son svegliata col verso girato e un pensiero filosofico che mi frullava in testa:
    se a te (in senso lato naturalmente) che possiedi una casa lo Stato regala il 36% di una cifra tot che spendi per restaurarla perchè a me che non ce l’ho non regala il 36% per comprarmela ?
    E perchè a star meglio ci si abitua dandolo poi per scontato ma star peggio fa schifo ?
    E chi peggio ci è sempre stato ? Se lo merita ?
    E che cazzo di discorso è messo in bocca a qualcuno che si professa di sinistra (o forse son io che ho frainteso cosa significhi esserlo ?) l’affermare che è da stupidi essere stati a giro per il mondo a studiare e acquisire una professionalità per poi accettare uno stipendio di 1200 euro ?
    Uno non dovrebbe ritenersi fortunato ad aver avuto l’occasione di acquisire conoscenza e la libertà di fare un lavoro che gli piace e che lo gratifica, che magari volendo gli fa girare il mondo, che gli consente di partorire il proprio lavoro facendo magari una passeggiata (perchè un’ispirazione per un buon articolo a volte puoi averla anche così), che gli fa possedere una tessera che gli da titolo ad ingressi gratuiti in posti deve gli altri poveri pezzenti devono pagare, per cui alla fine i soldi vanno dai soldi e la cultura pure resta lì.
    Uno non dovrebbe ritener logico che lo stipendio può giustamente essere direttamente proporzionale soprattutto alle responsabilità (ovviamente più sei capace e più ti potrà capitare di trovartene attribuite, anche se tu sei la dimostrazione vivente che non sempre è così), ma che quando vai in pensione devi campare dignitosamente ma non hai più responsabilità e allora basta con sta storia dei diritti acquisiti.
    Il fornaio che ha sfornato 14.611 giorni di pane fragrante ha meno diritto di un magistrato di farsi una vecchiaia serena e dignitosa ?

    E certo che non me ne frega un cazzo di politica, tanto alla fine piantato nel culo ce l’abbiamo sempre noi poveracci che prendiamo un migliaio di euro al mese poco più, che dobbiamo pagare l’affitto, che dobbiamo scegliere se andare a farci le analisi del sangue oppure dal parrucchiere o a mangiare una pizza; ma che non abbiamo il problema di dover restaurare la casa o pagare la colf perchè se abbiamo ancora banane la sera o, meglio, durante il week end ci teniamo impegnati con le pulizie di casa così non ci accorgiamo che riuscire a portare i figli al cinema sarebbe dover rinunciare a qualcos’altro.
    E che dire di politici che si fanno belli sventolando locandine con le 3 scimmiette per dire no a leggi bavaglio e poi di fatto non muovono un dito per impedire i tagli economici al settore che in pratica più che bavagli sono mele in bocca…

    Io che lavoro 7 ore al giorno per portare a casa la sopravvivenza, e tanti sono quelli come me, faccio i debiti per pagarmi le protesi acustiche o il dentista e magari devo chiedere il contributo per pagare l’affitto e le bollette e scoprire che poi non mi tocca perchè addirittura c’è chi sta peggio di me devo pure sentirmi fortunata ?

    E devo interessarmi di politica ?

    O forse non faccio parte del target ?

    Ma scendere ogni tanto coi piedi in terra no ?

    La testimone di Geova che incontro portando in passeggiata il cane come al solito mi voleva dare qualcosa da leggere e quando le ho detto che non voglio più leggere nulla perchè non ci credo più, sono delusa da tutto e da tutti, pure dal suo Geova mi ha risposto che dovrei essere felice di poter fare una passeggiata col cane….perchè il suo è morto e lei che ha 70 anni si appoggia al deambulatore…che culo !!(il mio!)

    Scusa l’amarezza ma non credo di essere l’unica a provare certe cose, magari forse ad avere il coraggio di dirle…ma spero ancora possa valerne la pena.

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