Guardando Report
Non guardo quasi mai più la televisione e vivo benissimo così. O meglio, magari non vivo proprio benissimo, ma la tv non mi manca per niente. Tant’è che non la possiedo. Ieri sera, però, ho visto, non a casa mia, l’ultima puntata del ciclo di Report. Milena Gabbanelli, e più di lei, per i miei gusti, Riccardo Iacona, sono… Lo dirò in un altro modo.
Un giorno, un paio d’anni fa, qualcuno mi ha detto: «Iacona è proprio bravo». M’è toccato rispondere: «No, non è bravo. È un giornalista». Lui e la Gabbanelli sono bravi, ma più che altro sono come dovremmo essere tutti noi cronisti, come ci avevano insegnato ad essere. Silenziosi e petulanti, tenaci e garbati, dubbiosi e determinati. Quelli che hanno portato gli schiamazzi in tv, e poi sulla carta stampata, sono, invece, come non dovremmo essere.
Penso che se la gente, tutta la gente, guardasse le trasmissioni di Iacona e della Gabbanelli, avrebbe non solo molti elementi in mano per valutare, ed anche, talvolta, per sospendere il giudizio, per restare col dubbio, ma il dubbio innestato da un tarlo, da una conoscenza. E penso che se onorevoli e senatori si occupassero di risolvere almeno un problema all’anno di quelli raccontati in quelle trasmissioni (per esempio, nella puntata di ieri, la questione tumori a Taranto), concentrando solo su quello la loro attenzione, avrebbero fatto bene il loro lavoro.
Nella puntata di ieri di Report, la collega ha dato un sacco di informazioni sul Prodotto interno lordo come misuratore, o meno, della ricchezza di un paese, approfondendo l’argomento di cui ho trattato in un articolo per Politica e società.it: Un po’ di sano strabismo. Ho trovato particolarmente interessanti le considerazioni del sociologo Zygmunt Bauman sulla cultura unica e mi riprometto di saperne di più sull’argomento, e poi le numerose esperienze in giro per il mondo di altre economie. Quest’ultime mi hanno fatto tornare in mente che se davvero si potesse estenderle a macchia d’olio, convincendo ogni giorno una persona… be’, non passerebbe molto tempo per avere un mondo migliore.