L’ultimo incontro col libro
Direi che l’11 febbraio si conclude un ciclo. Quel giorno l’amico e vice presidente del Senato Vannino Chiti presenta alla Biblioteca delle Oblate, nell’ambito di Leggere per non dimenticare, la prestigiosa rassegna organizzata da Anna Benedetti, la mia raccolta di racconti Sempre più verso Occidente pubblicata da Baskerville.
È passato più di un anno da quando Maurizio Marinelli, direttore editoriale della casa editrice bolognese, mi ha consegnato la prima copia di quello che per molto tempo era stato solo un sogno. Quel giorno, le parole che avevo scritto nel corso del tempo, avevano finalmente trovato il guscio nel quale stare, la loro forma compiuta, fatta di carta, inchiostro, colla, fili.
Ho avuto occasione di presentarlo a Firenze, alla libreria Libri Liberi, con Pasquale Mennonna, Italo Dall’Orto che ne ha mirabilmente letto alcuni brani in pubblico e Tiziano Mealli e i suoi allievi del conservatorio. Fu una festa con gente che sembrava davvero contenta di essere lì. Poi a Pistoia, con Vannino appunto, Dario Longo e Massimo Biagi allo Spazio di via dell’Ospizio. Al circolo letterario di Gianni Conti con Paolo Vannini e Carla Edigati a Sesto Fiorentino, poi alla festa del Pd di Montale con Alessandra Pastore, alla comunità ebraica di Livorno con Alessandro Cosimi e Paola Jarack Bedarida, al Comune di Arezzo con Tito Barbini e Claudio Repek, ai bagni Milena di Viareggio con Aldo Rosati e Titti Maschieto, a Siena con Roberto Barzanti anche se lì poi la presentazione non c’è stata, e al Festival del cinema delle donne all’Odeon con Simon Dynys, a Fucecchio alla Fondazione Montanelli con Stefano Tesi.
Sono falliti gli intendimenti di incontrare lettori a Torino, Genova, Roma, MIlano e Bologna: un impegno troppo grosso per una casa editrice piccola che sta in piedi per passione o per un autore che non è mai stato un buon venditore, soprattutto di se stesso.
Dico che si conclude un ciclo non tanto perché non ci possano essere altre occasioni di incontrare lettori, ma perché dopo l’esordio si è solo un titolo in catalogo, non c’è più il motivo della novità, e questo tempo è passato.
Intervisterò nei prossimi giorni Maurizio Marinelli per far dire a lui, da un punto di vista editoriale, com’è andata. Io sono soddisfatto. Per il guscio che racchiude le parole, per le tante persone incontrate, per quelle che ancora vorranno farlo o magari rifarlo, per le recensioni avute, per l’apprezzamento di chi ha letto il libro.
E ora? Maurizio è il capofila di un piccolo esercito che dice: «Vai con il romanzo». Io dico che non è ancora il tempo, che non è maturo e che scriverlo solo per scriverlo non funziona. «Di ciò di cui non si può parlare – sosteneva Wittgenstein – si deve tacere». Sto invece cercando un editore che pubblichi il saggio a cui ho lavorato negli ultimi anni e un altro interessato a una seconda raccolta di racconti già pronti.
Intanto, chi fosse ancora interessato a Sempre più verso Occidente, può trovarlo qui o venire l’11 febbraio alle Oblate.
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