Avvitarsi

La quantità di viti, chiodi, brugole, anelli, tasselli, dadi, bulloni, ganci, gancini che si accumula inutilizzata in una casa nel corso degli anni può essere vista non solo come una manifestazione degli sprechi a cui ci siamo abituati, ma anche della stupidità con cui, invece, tentiamo contro lo spreco di conservare. Conserviamo per non sprecare, riproponendoci di utilizzare in avvenire quel che è avanzato, senza cioè dover comprare nuovamente e invece spesso si finisce per avere delle nuovi viti da 8, solo che questa volta anziché brunite sono d’acciaio o viceversa.

Questo marasma di ferraglia ingombra spazio che proprio con quei tasselli, dadi e brugole abbiamo cercato di recuperare, fissando in un angolo mensoline o palchetti sui quali conservare quel ciarpame di giorno in giorno sempre più polveroso e spesso arrugginito.

Ad estrapolarne qualcosa di più significativo del semplice ammasso, mi vien da pensare che ogni tentativo di preveggenza, protezione, precauzione, accudimento sia in definitiva vano o, per dirla con altre parole, che aveva totalmente torto Marx a sostenere che il peggiore degli architetti sarà sempre meglio della migliore delle api: i castelli in testa son fatti di carte.

Tags:

Leave a Reply