Lettera aperta all’Ordine
A Carlo Bartoli,
presidente Ordine dei giornalisti della Toscana
p.c. a Claudio Armini
vicepresidente Ordine dei giornalisti della Toscana
p.c. a Michele Taddei
tesoriere Ordine dei giornalisti della Toscana
Carissimi e stimati colleghi,
quando nel lontano gennaio 1983 mi è stata consegnata la tessera n. 38048 dell’Ordine nazionale dei giornalisti, l’unica di cui mi pregio oltre a quella dell’Anpi avendo rinunciato a quella della P2, dopo 6 anni di precariato al prestigioso quotidiano fondato da Antonio Gramsci per lavorare nel quale avrei venduto la mamma ai beduini, ammesso l’avessero presa, sei anni che purtroppo non sono stati interamente conteggiati per il riscatto della pensione che diventa sempre di più uno spettro evanescente, ho ritenuto di aver finalmente conseguito la laurea per la quale avevo tanto studiato e sgobbato.Ero deciso a fare quel mestiere, mi è stata data un’opportunità, l’ho presa al volo, mi sono buttato a capofitto, ho speso tutto quello che avevo da spendere e ce l’ho fatta. A chi per anni mi chiedeva che lavoro facessi, non ho mai detto il giornalista, per non farmene un vanto, ma in cuor mio ne ero orgoglioso. Un bel mestiere, ma anche, se fatto con scrupolo e coscienza, importante per la società, utile per gli altri, proficuo per le persone.
La mia storia la conoscete, conoscete per sommi capi il percorso che ho fatto, i successi ottenuti, le sconfitte, la chiusura de l’Unità per una gestione manageriale miope e allegra, utile solo a promuovere qualche direttore con ambizioni in altri mestieri, il benservito ultimo dell’attuale governatore, che per dieci anni mi ha ammorbato con i suoi capricci e alla fine ha fatto come Marchionne.
Credo sappiate che da due anni sono disoccupato, non riesco a trovare una nuova collocazione che ho insistentemente cercato, accettando anche riduzioni del compenso e stracciamento delle mostrine. Neanche come pizzaiolo o scaricatore. That’s life! Ed è anche la ragione per cui non pagherò i 95 € della quota 2012 per restare iscritto a un albo che, al momento, non aggiunge o toglie niente a quello che sono: non li ho.
Lo so, la legge prevede che per morosità sarò radiato e anche quella mia pergamena diventerà carta straccia, come lo è la laurea in filosofia nel frattempo ottenuta.
Non ho niente da chiedervi, né mi aspetto richieste di ripensamento. Vorrei solo darvi un consiglio: prevedete riduzioni per i pensionati e per i pubblicisti con la carta d’argento. È giusto e fate bene. Ma magari ai colleghi disoccupati chiedete un obolo pro forma.
Vi saluto cordialmente
Daniele Pugliese
Tags: Ordine dei giornalisti
Lascia molta amarezza leggere queste parole, che nella loro dignitosa esposizione fanno riflettere…e ti rendi conto…che ti privano di qualcosa
Mi sembrerebbe doveroso…..
E allora, carissimo compagno di scuola e nemico politico del passato, aboliamoli, questi ordini! Scriverai forse peggio senza una tessera in tasca? Con l’ affetto di sempre, Rita