La “guerra” di Filippo
Fino a pochissimo tempo fa Filippo Torrigiani era l’assessore alla sicurezza del Comune di Empoli ed è stato il coraggioso amministratore che ha condotto la sua battaglia, insieme all’Arci, contro il dilagare delle slot machine nei locali pubblici e privati, a volte trasformati, anche un po’ ingenuamente, in bische, dove, pensando di divertirsi o avere un po’ di fortuna, c’è gente che si gioca tutto il poco che ha: lo stipendio, la pensione, il gruzzolo accantonato, i prestiti di parenti e amici. Poi ha esteso questo impegno, nel frattempo trasformato in atti amministrativi del suo Comune per calmierare quell’attività in bilico sulla soglia del lecito, facendolo dilagare in molte altre città d’Italia che hanno seguito le orme di Empoli.
Per questa strada ha finito per avere un ruolo importante nella rete di Enti locali e Regioni impegnate nella formazione di una coscienza civile contro le mafie, Avviso pubblico. È molto difficile pensare, infatti, che dietro la vasta e capillare diffusione delle macchinette da gioco, su cui lo Stato intasca le sue royalties, non ci sia lo zampino di chi ama i guadagni lauti, facili e ottenuti sulle debolezze della gente. Ma non mi addentro nell’argomento perché non ne so abbastanza.
Io Filippo Torrigiani l’ho conosciuto partecipando alle iniziative dell’associazione promossa da Vannino Chiti per scuotere un po’ la cultura del centro sinistra, del cui sito, www.politicaesocieta.it, sono stato fino a poco tempo fa il direttore responsabile. Se non lo sono più, non è per mancanza di stima nei confronti di persone come Torrigiani o Chiti, ma è per varie ragioni alcune delle quali hanno a che fare con il fatto che a me le cose piace farle quando si possono fare bene, e io non mi sentivo di star facendo bene quel che mi era stato richiesto.
Di Torrigiani ho apprezzato non solo la disponibilità messa in quell’impresa, ma anche la verve con cui l’ho sentito appassionarsi alla politica, in un modo che mi sembrava così lontano nel tempo, generoso, volontario, ostinato, anche un po’ sognatore, ma fondamentalmente onesto, verace e intelligente. Il contrario del cinismo, dell’arroganza e della supponenza dilaganti negli eredi delle formazioni da cui provengo. E poi lui, come Vannino Chiti, sono stati sinceramente solidali verso di me quando i miei vecchi datori di lavoro mi hanno scaricato senza giustificazioni e motivi. Di più: allibiti di come si sia potuto rinunciare alla mia professionalità ed esperienza e dell’inverecondo protocollo adottato. Altra stoffa.
Ora Filippo si è dimesso dall’incarico che aveva al Comune. Non ne conosco esattamente i motivi e perciò non mi pronuncio sull’argomento. Non per un qualche timore. Ma solo perché, proprio per l’amicizia che gli porto, vorrei parlare in maniera pertinente e non ho ancora gli strumenti per farlo.
Comunque sia, quando Filippo ha saputo che presento il mio libro vicino a casa sua, a Certaldo il 5 agosto, ne ha prontamente dato notizia nel suo blog e tramite la sua newsletter, promettendomi che verrà. Gliene sono molto grato e spero di potermi sdebitare.
Questo il testo che ha pubblicato:
Alla Festa democratica regionale sulla cultura che si tiene dal 1° al 26 agosto a Certaldo, nell’ambito di un ciclo di incontri con autori di libri, verrà presentato, domenica 5 agosto alle 21, il libro di Daniele Pugliese Io la salverò, signorina Else, pubblicato dalla casa editrice Portaparole.
Daniele Pugliese ha lavorato dal 1978 al 1999 a l’Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci dal quale, dopo molto tempo passato nella redazione di Firenze, è uscito con la qualifica di vicedirettore avendo coordinato per 5 anni tutte le edizioni emiliano romagnole del quotidiano. Poi, dal 2000 al 2010 è stato a fianco del presidente della Regione Claudio Martini, dirigendo Toscana Notizie, l’agenzia di informazione della Giunta regionale. È stato anche il fondatore del sito www.politicaesocieta.it, luogo di dibattito per la sinistra voluto dal vicepresidente del Senato Vannino Chiti.
Io la salverò, signorina Else è la sua seconda prova narrativa. Nel 2009, infatti, ha pubblicato la raccolta di racconti Sempre più verso Occidente (Bologna, Baskerville) che ha spinto la critica ad accostarlo a Calvino, Borges e Buzzati e deriva il titolo da uno scambio che l’autore ha avuto con Primo Levi quand’era ancora vivo.
Il libro uscito ora e che viene presentato alla festa del Pd a Certaldo dal giornalista Enrico Pace, trae spunto da una novella di uno dei più straordinari scrittori austriaci del Novecento, Arthur Schnitzler, alter-ego letterario di Sigmund Freud e dissacratore degli antichi costumi e dei luoghi comuni.
La novella di Schnitzler percorre le tormentate riflessioni di una diciannovenne, la signorina Else appunto, che finiscono per spingerla al suicidio. Sul luogo della tragedia Pugliese fa comparire un misterioso personaggio che si propone appunto di salvarla. Ne scaturisce un dialogo serrato e irriverente al termine del quale, se anche non ci fosse la salvezza, ci sarebbe la consapevolezza del valore della voce, delle parole, del confronto: il modo migliore che tutti abbiamo per sopravvivere e non lasciarci travolgere, è quello di parlare, comunicare, non staccare la presa, quasi a dire che finché c’è verbo, c’è speranza.
Con una scrittura colta e raffinata, ma sempre attenta ad essere chiara e comprensibile, il libro fa tornare la voglia di riprendere in mano, per chi l’ha già letta, la novella di Schnitzler e spinge a scoprirla chi ancora non la conosce.
Oltre alla narrativa, Daniele Pugliese, che tiene anche un seguitissimo blog (www.danielepugliese.it) è autore, da solo o con altri, di una monumentale storia del Pci, di un saggio sulla nascita del movimento cooperativo, di un libro sulle fortune del sigaro toscano, oltre alla curatela di volumi sulla massoneria e sul mostro di Firenze.
Il ciclo di incontri con gli autori alla festa di Certaldo prevede anche le presentazioni di Lo sbaglio di Flavia Piccinni (2 agosto, ore 19), Le nuvole di Timor di Marco Ferrari (3 agosto, ore 19) e Calcio Criminale di Pierpaolo Romani (26 agosto, ore 21,30).