Jazz di notte

Uri Caine

Paolo Fresu

Un provvidenziale sms mi è giunto verso le 2.30 della scorsa notte, lì per lì mettendomi anche un po’ in allarme. Mi informava che sul terzo canale della Rai c’era il musicista che più mi piace in assoluto, Uri Caine, in compagnia di un sodale col quale hanno fatto cose strepitose, Paolo Fresu. Non possiedo un televisore ma sono riuscito a collegarmi via internet ed effettivamente il pianista e il trombettista, insieme a un quartetto d’archi, l’Alborada string quartet, stavano eseguendo musiche composte da Barbara Strozzi.

Barbara Strozzi

Oltre a suonare i due musicisti si raccontano, ed è proprio nel corso dell’intervista che Uri Caine sottolinea le doti di questa compositrice barocca che io ignoravo e come me, temo, la maggior parte delle persone.

Vissuta tra il 1619 e il 1677 – morta a Padova ma non si sa nata dove, probabilmente a Venezia, essendo figlia adottiva e forse illegittima di Giulio Strozzi, giudice, poeta e librettista veneziano benché, come dice chiaramente il suo cognome, di origini fiorentine e di Isabella Garzoni che, ci riferisce Wikipedia, era soprannominata la Greghetta – Barbara Strozzi aveva una voce da soprano che il padre e altri illustri maestri le fecero affinare tanto che poté esibirsi dinanzi a nobili e letterati, entrando poi a far parte dell’Accademia degli Unisoni – splendido nome! – fondata dal padre nel 1637.

Si legge su Wikipedia che quando il padre adottivo morì, Barbara Strozzi «fu costretta ad industriarsi autonomamente per trovare a chi dedicare le sue composizioni. Essa compose prevalentemente per uso proprio, cioè per solo soprano. Per i suoi lavori la formazione strumentale che predilesse fu quella a tre parti, composta da due strumenti melodici e dal basso continuo. Le sue composizioni. le quali condividono una certa comunanza con le prime opere liriche, sono fermamente incentrate nella tradizione della seconda prattica, semplificata da Claudio Monteverdi, ma in loro si denota maggior enfasi lirica, basata sulla forza della voce stessa».

Alle due e mezzo, quando l’sms è arrivato, il programma era da poco iniziato, relegato a quelle ore tarde per sonnambuli, irrequieti, inquieti, sprovvisti di videoregistratore, selettivi ostinati. Per forza non cambieremo mai! Le cose di valore vengono messe in un cantuccio. Già, perché chi di valore non è ma avendo sgomitato sta in cima alla piramide, rischierebbe d’esser oscurato.

Fortunatamente la trasmissione si può rivedere qui. Il loro spettacolo è disponibile anche qui.

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