Ciao Piero
Piero Farulli se n’è andato. Leggo qui la notizia. Aveva 92 anni. Amava la musica, le idee di giustizia, i giovani. Era delicato con l’arco e deciso con le parole. Ha inventato e si è battuto per far funzionare un gioiello, la Scuola di Musica di Fiesole, convinto che con le note dentro avremmo potuto essere migliori.
In questa sua ostinata battaglia, portata avanti con convinzione, tenacia, al limite del delirio, l’ho incrociato. Perorava i suoi comunicati, i suoi appelli, le sue richieste di attenzione a politica e istituzioni spesso distratte sull’argomento. Con me sfondava una porta aperta. Credo di averli pubblicati tutti e con la dovuta enfasi.
Anche per questo a Adriana Verchiani, la sua compagna, venne in mente di chiedermi, quando fui licenziato da l’Unità, di far loro da addetto stampa. La cosa non andò in porto ma dissi loro che di qualunque cosa avessero bisogno ci sarei stato. Fu in quell’occasione che notai dietro la porta del suo studio la mia intervista per l’Unità a Eugenio Garin poco dopo la svolta della Bolognina. L’aveva incorniciata. Anche a lui piangeva il cuore.
Li ho rivisti in occasione della festa per i suoi 90 anni, della quale riferii in un post. Gli ricordai la promessa che mi aveva fatto: mi avrebbe preso come allievo a imparare un qualche strumento il giorno che fossi giunto alla pensione. Purtroppo lui non c’è più e io non maturerò il diritto alla pensione.
Mi consola però aver avuto la fortuna, nella mia vita, di incontrare persone come lui. Di aver preso tanto a volte in manciate di minuti.
A Adriana, al mio amico Luca che è suo nipote e a Antonello vanno le mie condoglianze.
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