Varesi su Repubblica

Se sopravvivi alla profezia Maya ti regalo il libro delle apocalissi

SE AVRANNO ragione i Maya, quello di Daniele Pugliese, “Apocalisse, il giorno dopo” (edito da Baskerville) è un libro destinato a rimanere inedito. L’apocalisse annunciata per il 21 dicembre potrebbe togliere di mezzo racconti e lettori, inghiottiti dalla fine della storia. Ma le pagine del giornalista appassionato di filosofia, trasudano di ragionevole ottimismo: il capolinea, più volte annunciato, non è mai giunto, nemmeno allo scadere dei millenni.

MA MEGLIO non scherzare col fato e Pugliese sembra non voler prendere sottogamba la data se è vero che la pubblicazione avverrà dalla mezzanotte di venerdì, quando sapremo se la clessidra sarà rigirata o il granello conclusivo scandirà l’ultimo secondo del tempo storico. La formula studiata da autore ed editore è alquanto scaramantica: dal primo minuto del 22 dicembre tutti i lettori potranno scaricare gratuitamente dal sito (www.baskerville.it) il libro in formato elettronico che a fine gennaio sarà disponibile anche nella forma tradizionale.

Dunque, tirato il sospiro di sollievo e constatato d’essere ancora sulla terra, si potrà iniziare a leggere la lunga sequela di presagi, premonizioni, annunci e minacce snocciolata dalla storia a partire dai versetti di Giovanni del Nuovo Testamento fino alle profezie medievali intorno all’anno mille per giungere al moderno millenarismo di confessioni come i Testimoni di Geova, della Chiesa del Regno di Dio o dei Davidiani. Insomma, un excursus sull’intero pensiero apocalittico con tutto ciò che ha rappresentato in termini dottrinari e di suggestioni contornate dalla paura della fine del mondo, concetto che oggi è forse più pertinente alla scienza che alla religione. Pugliese ha ben presente che il concetto di catastrofe nell’epoca moderna riguarda anche l’aumentata capacità umana di distruggere e autodistruggersi.

L’era atomica ha strappato dalle mani della metafisica il concetto di apocalisse per consegnarlo in quelle ben più malsicure dell’uomo. E così, nel corso dei secoli, a salvarci ed escludere decisioni letali,è stata proprio la paura della fine alimentata dall’immaginazione e riprodotta in decine di opere di finzione sulle pagine e sul grande schermo. Questo ci racconta Pugliese. Forse, il cinema e i libri, sono efficaci quanto le icone dei santi e le preghiere davanti all’altare. Nessuno può però esserne sicuro e se le misteriose parche taglieranno il filo così come hanno profetizzato i Maya, non ci sarà un the day after.

VALERIO VARESI

La Repubblica.it, 18 dicembre 2012

Tags:

Leave a Reply