Circolo Pickwick

Gianni Conti, fondatore del salotto letterario di Sesto Fiorentino

Quando Carla Edigati Watson – di cui riferirò dopo – mi ha chiesto di portare 10 copie del mio libro al salotto letterario di Gianni Conti a Sesto Fiorentino, ho avuto un attimo di esitazione. Il mio editore dice: «Le copie si vendono, non si regalano!». Avendo letto Il padrone di Goffredo Parise in giovane età, tremo e ubbidisco. Traccheggio con Carla. Lei mi rassicura, malgrado i miei spigoli e le mie intemperanze, delle quali, con lei, ancora mi scuso. Mi rassicura e mi spiega: «Se il tuo libro gli interessa, te lo comprano e poi ne parlano».

Qualche settimana fa, accompagnato da tre amiche e amici, ho accettato l’invito. Ma prima ho placato un’altra esitazione. Sono andato a rileggermi gli sviluppi giudiziari dell’inchiesta che coinvolse un gentiluomo della politica fiorentina, un anziano democristiano di nome Gianni Conti, la cui educata correttezza avevo imparato ad apprezzare quando, cronista de l’Unità, seguivo il Consiglio comunale di Firenze, sui cui scranni sedevano l’elegante marchese Pucci, il grande Antonio Morettini, direi Paolo Cantelli – tornasse alla politica! –, Michele Ventura e, non lo escluderei, Aldo Zanardo.

Appurato che era stato assolto da ogni accusa di corruzione, dissi tra me e me che potevo presentarmi a casa sua, benché, irrancorito dall’abbandono o dal ludibrio a cui fu esposto all’epoca dei fatti da coloro che prima gli erano stati vicino, sia approdato a un centro-destra becero e qualunquista del quale non vedo alcun legame con la tradizione dalla quale Gianni Conti proveniva, quella di La Pira, per intendersi.

Giunto nel salotto letterario di via Cesare Battisti 24 a Sesto Fiorentino mi son dato di cretino. Si trattava di un caso di omonimia. Il Gianni Conti che mi ospitava e mi dava l’opportunità di dir due cose di Sempre più verso Occidente, non era l’anziano politico, ma un docente di lettere a Prato al Gramsci-Keynes – che accoppiata! –, autore di saggi di storia sull’antifascismo, la Resistenza e la Costituzione Italiana, che ha esordito nel 1993 come romanziere con Odiata Claudia ti amo – sentimenti ambigui anche lui! – e nel 2000 ha fondato la rivista Interpretazioni, “organo ufficiale” del Salotto Conti, che, con l’aiuto di Paolo Vannini, dal 1995 attrae periodicamente a Sesto Fiorentino gente d’ogni età ed estrazione – soprattutto giovani!, direi –, desiderosa solo di discutere di libri, libri e ancora libri, vecchi e nuovi, belli e brutti, ma democraticamente scelti. Disposta cioè a sacrificare l’ultimo episodio dell’Isola dei famosi o un bridge o una canasta o peggio un videogioco o 3 ore su Facebook o uno spumantino con la fidanzata per immolarsi sull’altare della narrativa, o più in generale delle lettere.

Si tratta, insomma, d’un simposio, d’un convivio, di un Circolo Pickwick, d’un… come si chiamava il gruppo di studenti che si ritrovano nella grotta nel film di… ? Ah, sì, la Dead Poets Society, setta dei poeti estinti ne L’attimo fuggente di Peter Weir.

Fatto sta che quella sera mi danno qualche minuto, giusto per annunciare che esiste il mio libro e poi, prima di parlar di Gioventù senza Dio di Ödön von Horvàth, mi danno appuntamento a giovedì 15 aprile alle 21.45. L’argomento della serata saranno i miei racconti.

Di tutto ciò devo ringraziare, come ho scritto all’inizio, Carla, che ha fatto il liceo con me e la mia grande amica di sempre Elisabetta Taiti e quel rompiscatole di suo marito mi hanno fatto ritrovare dinanzi, se non ricordo male, a una miriade di pesce cucinato da dio. A quel pranzo Carla mi chiese una mano perché essendo rientrata da poco dall’estero, dove ha insegnato, gestito alberghi e tradotto da e in inglese e spagnolo con la semplicità con cui ognuno di noi si prepara il caffè al mattino, faticava a trovare lavoro. Le risposi che avrei fatto quel che potevo e che l’unica cosa in cui potevo esserle utile in quel momento era l’essere sincero. E sinceramente dirle che purtroppo viviamo in un paese dove i bei curriculum non contano un cazzo, ma solo se si è disposti a… Continuerò, Carla, a guardarmi intorno e a vedere se c’è qualcuno che ha bisogno di una persona in gamba come te. Tu tieni duro a pretendere che ti si guardi il curriculum, non altro. Intanto grazie per giovedì sera.

Comunicato stampa della presentazione del 15 aprile 2010 al Circolo letterario Gianni Conti a Sesto Fiorentino (Fi)

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