Opposti contigui

La sintesi fatta da Antonella Blanco – che fa il punto, ad oggi, degli studi svolti per collegare psicologia, fisiologia e chimica – da me pubblicata nel post Del piacere e altri demoni, dovrebbe aiutare a riflettere su qualche comportamento che trasciniamo per inerzia, consuetudine, disattenzione e su talune deviazioni imprecise ed inesatte che talvolta intraprendiamo motivatamente ma con poca saggezza.

Quando cita lo studio di David Linden secondo il quale piacere e dolore non possono essere considerati due poli opposti, innescando entrambi rilascio di dopamina da parte dei neuroni dell’area tegmentale ventrale (ATV), ci ricorda che gli atteggiamenti sadici e masochistici – non necessariamente solo quelli in tuta di pelle nera, borchie, frusta e catene – non sono poi così astrusi e quasi giunti da Marte, avendo a che fare con la stessa area cerebrale nella quale si prova giovamento a sentire una sinfonia, a veder vincere la squadra del cuore, o a farsi carezzare le spalle.

Per questa via si può allora tentar di comprendere perché l’umanità, consapevole di quanto siano dannose le armi e gli armamenti, continui a produrli, o perché non abbia smesso di gettar anidride carbonica in atmosfera malgrado la consapevolezza che questo ci avvelenerà.

Un eroinomane o l’etilista cronico non sono in ciò molto dissimili, procurandosi un piacere che è anche autodistruzione, ma se loro lo spiegano a un igienista che non fa uso di sostanze, questi resta sbalordito come se parlasse un’altra lingua, e tuttavia viaggia in auto al centro della carreggiata noncurante del danno prodotto o tenta ordinariamente di oltrepassare la fila in coda alla posta.

Le scorte di cibo conservate nella dispensa di una tranquilla famigliola borghese o gli esuberi stipati in un frigorifero a due ante hanno a che fare con la ciotola di riso che le crude immagini delle campagne umanitarie – equiparabili alla scritta il fumo uccide impressa sui pacchetti di sigarette – ci propongono regolarmente per dare un obolo spesso destinato a fermarsi per strada o ingrassare la centrale di raccolta, ma la soddisfazione dell’immediato piacere procurata dal budino alla cioccolata non riesce a relazionarsi al dolore vero di chi, come i nostri nonni, prova davvero fame ma sta qualche migliaio di chilometri più in là, o anche solo dietro l’angolo.

L’optalidon, l’aulin e l’epidurale ci hanno del resto suggerito che siamo sempre più spesso come un soldato al fronte a cui una bomba ha appena squarciato le budella e se le contiene con le dita per non farle uscire fuori mentre gli iniettano un po’ di morfina. Comprendo: guai a chi mi tocca un molare o un canino senza avermi preventivamente anestetizzato. Ma quell’unità biochimica in zona encefalo deve provar un qualche scombussolamento dinanzi a queste evoluzioni e chissà che non ci modifichiamo nella sostanza.

Mi chiedo in altre parole se non ci sia del dolore che val la pena di sopportare ed altro che è superfluo andarsi a cercare, il primo forse per provar più piacere e il secondo forse perché non ne offre altrettanto. Se non si debba distinguere tra Epicurei e edonisti, ed evitare di chiedersi se essere Sregolati o trasgressivi.

Nel suo testo Antonella cita i Penitenziali, e per chi è interessato all’argomento consiglio le cose da me scritte a proposito di un libro di Pierre Hadot sugli esercizi spirituali. Riguardo alle sue considerazioni, accanto a continentia e ad abstinentia , suggerisco anche essentia. Vedo con piacere che cita Alexander Lowen e Wilhelm Reich perché questo sta a significare che le nostre librerie contengono altri volumi in comune, oltre a Thich Naht Hahn e a Bateson.

Tramite Linden Antonella ci ricorda che «L’opposto del piacere non è il dolore», «piuttosto la noia, ovvero la mancanza di interesse nei confronti delle sensazioni e delle esperienze», così come «l’opposto dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza». Io credo ci sia dell’altro ancora, e che né la noia, né l’indifferenza debbano essere tanto spregiate, se non in accezioni molto restrittive. Ma questo magari sarà il ragionamento di un’altra volta.

Tags: , , , , ,

One Response to “Opposti contigui”

  1. Gayatri Silvia scrive:

    c’è un video molto bello del MAestro Spirituale Osho ” Amore e Odio: verso un amore che non ha opposti”…e parla i consapevolezza dei nostri opposti.. forse se ognuno fosse consapevole di tutto ciò che albeggi in sè non ci sarebbero opposti ma inclusione e unità.. chissà.. grazie

Leave a Reply