Forma e sostanza
Maurizio Marinelli, l’editore della Baskerville di Bologna che s’è preso la briga di pubblicare Sempre più verso Occidente e altri racconti a costo di aver a che fare con l’autore più “scassacazzi” che gli sia capitato in vita sua, ce l’ha fatta. In uno dei testi che alimentano la sezione di questo blog intitolata “Dicono di me”, scriveva che la foto di me che compariva in queste pagine era quasi pornografica, rivelando un sorriso che non m’appartiene o, meglio, che esiste ed è esistito solo in un contesto meditativo da un grande maestro che si chiama Thich Nath Hahn. La foto in questione è questa:
Ora, Daniela Mugelli che s’è presa l’ingrato compito di curar per me le parti più tecnologiche e rognose di questo dialogo in pubblico con chi vuol relazionarsi con me o non ha di meglio da fare, lo ha accontentato, sostituendo l’immagine con un ritratto scattato dall’amico Gianni Pasquini in occasione della presentazione di Sempre più verso Occidente e altri racconti l’8 aprile scorso alla libreria Libri Liberi di via San Gallo a Firenze. Han fatto tutto loro a mia insaputa, segno evidente che nel mio computer si può entrare con una facilità che quasi mi sconcerta. Il risultato è questo:
Io li lascio fare ed accolgo di buon grado il mutamento e la generosità. Sì, figuriamoci se non so che viviamo nell’epoca in cui – e in realtà siamo già al post –, come diceva Andy Warhol, un quarto d’ora di celebrità spetta a ciascuno (tranne a Bruno Vespa che ne ha diritto per ore coi soldi del canone) e che per ottenere quello spazio si deve badar più alla forma che alla sostanza, a un po’ di cerone o a qualche brilluccichino. In fondo, se tutto ciò serve a far conoscere il mio libro e magari anche a farlo vendere – a proposito, siamo alla prima ristampa, con qualche refuso, pare, tolto dai piedi, che sicuramente ne avrà generati altri – ben venga.
Quel che a me più fa piacere è che domani, giovedì 22 aprile, alle ore 18, alla libreria Lo spazio di via dell’Ospizio nell’omonima strada di Pistoia – pieno centro storico –, tanto Maurizio quanto Daniela, saranno lì, a darmi una mano, l’ennesima, per far conoscere ciò che ho scritto, sia di gradimento o meno. Con loro ci saranno il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, uno dei pochi politici ai quali mi sento legato non da amicizia – che in questo settore è un impedimento, per non dire una degenerazione – ma da una reciproca stima, considerazione, rispetto, come se ognuno avesse fatto, nei limiti dell’umana confusione, il proprio mestiere, con passione, dovizia, professionalità, fatica.
E con lui Dario Longo che, senza bisogno di tante parole, esprime concetti che ci appartengono e non sappiamo come altrimenti proferire, se non guardando, ascoltando, sentendo e ognuno dice la sua, ma il bello è proprio lì, che ognuno può dir la sua, bella o brutta che sia. E con Dario Cristina Arcangeli, che mi farà imbufalire ogni tre per due, ed a cui non risparmierò niente malgrado la stima, ma ha detto una cosa che io – ateo convinto – ritengo sacra: prima di tutto il diritto, poi tutto il resto. E questa per me è legge, dettato, codice, monito. E per ciò l’apprezzo, oltre a farmi difendere.
Dario si è anche preso la briga – da artista sereno, quasi serafico ed avulso da gelosie, rancori e intrallazzi galleriali – d’invitar un suo pari, un contendente, un competitor – anch’egli imbrattatele o ricercatore d’assoluto, tal Massimo Biagi – mi scuso della mia ignoranza – all’anagrafe classe 1949, teorico del graficismo fin dal ‘77, l’anno di Lama insediato da Autonomia, e poi facente molte altre cose, in primis l’artista, e non ultima questa lettura sincopata e più che altro convinta dei miei racconti.
A mescere il lambrusco DOC Salamino delle Lame Verrini Munari, portato dalla TTT, ovvero la Cristina Gibertoni, ci sarà Cristiana Schillaci, con cui reciprocamente ci siamo perdonati molti anni di dovuto silenzio. Oronzo Cagnazzo mi ha promesso una telecamera per riprendere l’evento. E poi molti altri. Siete tutti benvenuti.
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