Occhio al 2000002013
Uno dei due miei editori, Maurizio Marinelli della Baskerville di Bologna, deve aver appreso con grande soddisfazione la notizia che si può leggere sul sito vitadadonna.com intitolato La Fine del mondo verrà, ecco quando e come nel quale si da conto di uno studio dell’astrobiologo Jack O’Malley-James, dell’ University of St Andrews in Scozia riportata dal quotidiano britannico Telegraph.
Il ricercatore anglosassone sosterrebbe dati alla mano che l’apocalisse prossima ventura è annunciata per il 2000002013, anno più anno meno, vale a dire, se non sono rimbecillito,, 2 milioni di secoli, periodo di tempo nel quale Maurizio Marinelli e i suoi eredi potranno beneficiare degli introiti provenienti dalla vendita di Apocalisse, il giorno dopo. La fine del mondo fra deliri e lucidità, giunto alla milionesima ristampa riveduta e corretta, fatta salva la quota di diritti di autore che per i primi 70 anni spetta ai miei eredi, i quali comunque avranno modo così di arricchirsi.
Nei due miliardi di anni che ci separano da quel catastrofico evento potremo divertirci come meglio vorremo e sarebbe saggio lo facessimo nel rispetto di chi ci sta intorno e del pianeta che ci ospita con tutte le sue creaturine.
Il sito orientato al gentil sesso ci informa che lo studioso scozzese ipotizza che la causa del pandemonio saranno le mutazioni a cui va incontro il Sole e gli effetti che questi avranno sulla biosfera. Saranno insomma le temperature intense e i raggi ultravioletti ad impedire la prosecuzione della vita sulla terra. Le acque terrestri evaporeranno, e il prezioso liquido di cui tutti gli esseri viventi hanno bisogno sarà confinato solo in poche pozze ad alta quota o in caverne sotterranee. Si innescheranno letali reazioni chimiche, l’atmosfera sarà invasa dal biossido di carbonio e respirare sarà impossibile. Con la mancanza delle piante gli animali erbivori moriranno e così mancheranno le prede per quelli carnivori. Una volta scomparsi animali e piante, la terra sarà popolata solo da microorganismi, anzi sarà invasa da minicorpi, da microbi estremofili, unici esseri capaci di sopravvivere in quelle condizioni.
Per il prossimo miliardo di anni, però, il sole dovrebbe ancora rimanere stabile, perciò prevedere prima di allora l’inizio della fine del mondo sarebbe stolto. I computer dell’equipe di O’Malley che hanno fatto le simulazioni sull’impatto dei cambiamenti della terra ad opera del sole sul lungo termine sono perciò abbastanza sereni e l’umanità con loro.
La lettura di Apocalisse, il giorno dopo. La fine del mondo fra deliri e lucidità, uscito alla vigilia del 21 dicembre 2012 quando si sarebbe dovuta avverare la supposta profezia Maya sull’apocalisse, potrebbe comunque essere proficua per chi volesse ulteriori rassicurazioni perché ripercorre quante volte nel corso dei secoli si sia gridato al lupo e quante, lo stesso identico numero, le fauci della belva non siano comparse.