Ogni parola è un debito
Quella di Silvio Berlusconi era la n. 104. La mia la 038540. La sua alla P2. La mia all’Anpi. La sua segreta, la mia pubblica. Di tessere stiamo parlando. Ve lo ricordate quando Berlusconi da Vespa diceva “Fatto!”. Ecco: “Fatto!”. L’avevo promesso e l’ho fatto. Me l’ha consegnata oggi il segretario della sezione di San Niccolò, come si vede dalla foto. Se qualcuno non ci fosse riuscito come da mio suggerimento e avesse difficoltà a farlo, ci penso io.
Prima ho aggirato Firenze per portare un poco socialista e molto portoghese garofano rosso a chi la Resistenza l’ha fatta davvero, per esempio ai fratelli Rosselli a Trespiano, o nella mia testa e nel mio cuore l’ha fatta o l’avrebbe fatta. L’importante è crederci. Un po’ come agli angeli: c’è chi lo fa, e chi no.
Mi sono poi occupato di demenza senile, assistenza ospedaliera, tesine liceali sui diritti civili in Italia, problemi alcol-correlati e infine sono andato a sentire con un giovane scrittore Ludovico Einaudi, figlio dell’ex datore di lavoro di mio padre, prima di mangiar con lui – il giovin scrittore – qualcosa di orrendamente messicano.
Einaudi, del quale m’avevano detto il meglio possibile e il peggio possibile, m’è sembrato stare in un gradevole limbo, dove per le regole della matematica risulta un po’ tutto uguale. Notevole, invece, la violinista o la violista dell’Ort. Così come la kora, strumento multifunzionale del Mali, magistralmente pizzicato da Ballaké Sissoko. Il concerto del 25 aprile dello scorso anno organizzato dalla Regione Toscana ci aveva invece regalato una vera scoperta da non perdere: Z-Star.
Sono anche riuscito a leggere i giornali. In prima pagina Il Corriere della Sera ha un pezzo di Maria Laura Rodotà, intitolato: Perché sul Web svendiamo i fatti nostri?
Se qualcuno è disposto a pagare, son pronto a ricevere. Anche perché, mi sa, sono senza lavoro.
E un altro giorno è andato, la domenica è finita.
P.S.: qualcuno mi ha chiesto chi sia che si mangia tutte le vocali in un messaggio di posta elettronica spedito. Non so rispondere, non m’intendo di tecnologie, benché da tempo faccia i conti con esse. Ma penso si tratti di un uomo affamato, affamato ed affamato di parole, in particolare di quelle il cui inizio è dato da una vocale. Tipo, per capirsi e prendendo la prima vocale, la parola amore. Oppure afélio, ageminatore…
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