Libri d’arte e arte dei libri

Il libro di Giovanni De Gara

Il 15 maggio scorso, in Oggetto del desiderio, ho dato conto di un regalo che Carolina Doni mi ha fatto, vale a dire un esemplare di The real story of a tree nella versione italiana La vera storia d’un albero, bizzarro e gradevole oggetto pensato e realizzato da Giovanni De Gara, giovane artista che ha lo studio in via San Niccolò divenuta coacervo di creativi e emergenti.

A poche ore di distanza, Loredana Romero – madamina piemunteisa legatissima a mio cugino Luca, di cui ho riferito in Piccola Schiele del 24 agosto 2010, un’era fa – mi ha regalato una sua opera senza dirmi se abbia un titolo o meno, un’opera perfettamente riconducibile allo “stile” o al “genere” seguito dall’amica a cui mi permetto, senza ovviamente alcun intento offensivo, ma solo affettuoso, di dar di “cita” o “gagna” o “tota”, tutte espressioni con le quali nel mio dialetto d’origine si indica una giovane donna, se non una ragazza o una bambina.

Il libro di Loredana Romero

L’opera di Loredana ha, come La vera storia d’un albero di Giovanni De Gara, la forma di un libro, anzi forse anch’esso è un libro e, come quello tutto di legno, un libro che non si può aprire, le cui pagine non si sfogliano, senza esattamente proprio quelle frasi che fanno quel libro, ma come se avessero tutte le frasi che fanno i libri, o viceversa nessuna.

Il libro di Loredana, inoltre, è bianco, e il bianco è il colore dei fogli che possono ancora essere riempiti, che attendono di essere compilati, scritti, redatti, pubblicati, letti, riposti, conservati. Si distingue solo chiaramente una A che è per definizione un inizio, anzi, l’inizio, l’incipit, ed anche una categoria d’eccellenza, solitamente la suprema. Oltre alla A un’incerta grafia, una frase alla quale mi piace sognare che ognuno possa dare il significato che vuole e più gli piace.

La coincidenza temporale che ha affiancato i due tomi, quello di abete, suppongo, e quello scavato nella sua rilegatura prima di essere imbrattato e coperto da una immacolata condensa, ha conosciuto una terza suggestione che mi preme riportare.

Il mio scritto intarsiato intorno alle tavole di legno di Giovanni De Gara, alle fantasie sugli alberi e alle loro storie che mi hanno ricondotto alle giovanili traversate sugli abeti durante le vacanze in montagna con il mio amico d’infanzia, Luca Ronchetti, e alle prime letture di un autore che era di casa, Italo Calvino e il suo Baronte rampante, prima che mi conducesse da Marcovaldo e dalla Ludmilla di Se una notte…, hanno provocato un commento nel mio blog, questo: «conoscerai il libro circolare di mario mariotti visto ma non letto. affettuosi saluti».

Davide Pugliese

L’ha scritto Mario Strippini, amico carissimo di mio fratello Davide all’incirca quando appariva come nella foto qui accanto, che ricordo come un eccentrico personaggio fiorentino e solo ora scopro legato a un gruppo di creativi di questa ingenerosa città giunti al fulgore della loro attività direi alla fine degli anni Settanta, che meriterebbero forse di essere narrati e descritti proprio come gruppo di pur individualisti e solitari, e in quell’elenco appunto andrebbero messi Mario Strippini e Mario Mariotti, Marcello Guasti e io non so chi altro perché forse ero troppo giovane, poco preso dalle arti figurative, rapito dalla politica, dalla filosofia e dal morbo di Werther.

Al messaggio di Strippini ho risposto di non conoscere il libro circolare di Mario Mariotti – mi erano invece arcinote ed apprezzate le sue mani e l’idea di imbrattare la facciata della chiesa più bella di Firenze, Santo Spirito – ma che avrei chiesto alla figlia di Mariotti, Francesca, che invece ho avuto la fortuna di conoscere in qualche affumicata serata con amici comuni.

Lei, gentilissima, mi ha dato delle dritte, ed io alla fine sono andato, accompagnato dal mio amatissimo amico Gian Luca Corradi, alla Biblioteca Nazionale dove il libro circolare di Mario Mariotti è conservato ed è una bella cosa, un’idea originale e ben realizzata i cui significati, naturalmente, mi piace sognare che ognuno possa dargli quello che vuole e più gli piace.

Il libro circolare di Mario Mariottti

È un volume rilegato credo in pelle, con le cuciture all’esterno, verso la costola che è un cerchio di un metro, forse anche due di circonferenza, sulla quale, come a indicare numerosi tomi affiancati uno all’altro, compaiono le lettere dell’alfabeto, perciò le pagine di ogni sedicesimo sono fittamente affiancate a quelle del sedicesimo limitrofo e tutte convergono verso il centro, dove c’è sì uno spazio che consentirebbe di consultare il volume o i volumi, ma sfogliare è impossibile, perché pagina 543 comprime la 541 verso la 539 ed è a sua volta spinta e costretta addosso alla 545 nell’altro senso, forse proprio quello della lettura che è resa vana ed impossibile come nei libri di Giovanni De Gara e Loredana Romero.

Con Gian Luca ho infine scoperto che in Biblioteca c’è un catalogo di una mostra che fu fatta lì proprio sui libri d’arte, non credo su quelli che parlano d’arte e neppure quelli confezionati così bene da tipografi e rilegatori da essere considerati capolavori, ma quelli che sono arte loro, quadri o sculture o altri tipi di lavorazioni ispirati appunto al libro.

Ma di questo magari scriverò un’altra volta.

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2 Responses to “Libri d’arte e arte dei libri”

  1. Daniele Pugliese scrive:

    Francesca Mariotti mi ha fornito alcune informazioni aggiuntive che riporto nell’interesse del lettore: raggio dello spazio interno 24 cm, altezza 24 cm, larghezza 16,7 cm, pagine in sedicesimo, stampa in offset, costola alta 24,7 cm e lunga 260 cm, in pelle a quattro nervature. Contiene un testo di Mario Mariotti.

  2. Amine Graouate scrive:

    Un paio di settimane fa andiamo al Todo Modo un caffè letterario in via Dei Fossi a Firenze. Entrando sulla sinistra troviamo dei libri di legno o meglio dei libri d’arte.
    Dopo aver letto l’articolo consigliatomi da Daniele Pugliese “Libri d’arte e arte dei libri” sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla storia di quelle opere d’arte.
    Tornato al Todo Modo vengo a sapere dal libraio che Giovanni De Gara ha creato 500 Libri d’Arte ogni una delle quali ha il proprio numero di creazione.
    Per chi fosse interessato alcune di queste 500 opere sono in vendita a 10-15 euro nel caffè letterario.

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