Blasfeme associazioni
Con mossa certamente blasfema ho associato su Facebook l’immagine a sinistra di Enrico Berlinguer con quella a destra di Yoda, uno dei pochi Jedi scampati alla morte durante la Guerra Civile Galattica nella saga di George Lucas Guerre stellari, al quale si devono mirabili sentenze come «Arduo da vedere il Lato Oscuro è», «La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza», «Molto da apprendere ancora tu hai», «Vittoria? Vittoria tu la chiami, maestro Obi-Wan? No, non vittoria… su tutto l’ombra del Lato Oscuro è calata. Cominciata la Guerra dei Cloni è», «La morte è parte naturale della vita, gioisci per coloro che intorno a te si trasformano nella Forza», «In esilio devo andare, fallito io ho», «No! Provare no! Fare, o non fare! Non c’è provare!», «Devi disimparare ciò che hai imparato!».
Senza ovviamente intento di offendere, ho messo una foto accanto all’altra perché davvero certe somiglianze mi par di vederle, a partir dalle rughe sulla fronte o da un accenno di orecchie a sventola nel leader del Pci che nel personaggio di fantasia, degno del miglior Carlo Rambaldi ancorché non inventato da lui, sono enfatizzate fin quasi al mostruoso.
Ma più che altro non mi pareva di tradire né di ferire scorgendo una similitudine di carattere, la pacatezza, la determinazione, il garbo e il tono di voce basso. Mi verrebbe da dire la saggezza.
Anche Berlinguer, del resto, ha abusato della parola Forza, o ne ha quantomeno fatto un suo leitmotiv, e non certo alludendo alla bruta forza fisica, all’energia capace di commettere sopruso e sopraffazione, ma alla tenacia, alla determinazione, alla resistenza, all’opposizione, al sacrificio. Per lui era la forza degli ideali democratici e progressisti, ideali capaci di attivare appunto forze, ovvero movimenti, associazioni, partiti.
Dice Yoda: «La grandezza non conta; guarda me: giudichi forse me dalla grandezza? Non dovresti farlo infatti, perché mio alleato è la Forza, ed un potente alleato essa è!».
Questo possono gli ideali, soprattutto se tenuti a freno per non farli diventare ideologie, vessilli, rituali, parate. Del resto l’epica e la narrazione dei miti e degli archetipi davvero consentono di rappresentare in poche basilari scene sostanze ripetibili nel tempo ancorché in condizioni totalmente modificate. Sì, insomma, non credo di aver offeso o addirittura ridicolizzato Berlinguer, ma di aver sì manifestato il simpatico affetto che lega qualcuno della mia generazione a un pupazzo dello schermo che fa venire in mente il Buddha o qualche altro saggio solitario, e a un uomo generoso, intelligente e tenace, convinto si dovesse essere realisti e perciò cauti, ma con gli occhi capace di guardare lontano come forse fa chi in barca, come faceva lui, issa una vela.
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