Il prossimo parco giochi

Cosa ci è rimasto del comunismo o, quanto meno, di quell’estensione operata da Karl Marx di un pensiero egualitarista, solidaristico e, anziché liberistico, libertario, messo a punto dai sanculotti che fecero la rivoluzione francese e presero la Bastiglia nel lontano 1789, principi di cui si è impossessata, insieme ai proventi del profitto, la borghesia europea, riservando solo a sé quelli che dovevano essere diritti e furono trasformati in privilegi?

Personalmente reputo parecchio, benché con l’acqua sporca sia stato gettato via anche il bambino, ma so di essere in contromano, se non proprio solo, certo in minoranza assoluta, e tuttavia ho letto un bell’articolo di Marco Angelillo che testimonia dell’eredità lasciataci in dote se non proprio dai regimi sulla carta ispirati ad una più equa distribuzione delle ricchezze – in realtà all’oppressione da parte degli apparati, o dei più furbi insediatisi lì dentro, sulla maggioranza della popolazione –, dalla loro contrapposizione al blocco avversario, ovvero sia, per spiegarsi con altre parole, dall’esistenza di una guerra fredda combattuta mietendo vittime sotto altro nome e tuttavia senza mai fortunatamente schiacciare quell’orrendo pulsante che avrebbe potuto spazzare via in un battibaleno l’intera umanità senza dargli nemmeno il tempo di fiatare.

Quell’omaggio della storia, quel lascito inconsapevole del passato, si chiama “Cortina di ferro” e tutte le volte che sentivo questa espressione da bambino, quando la Cortina di ferro era una cappa vera e propria, una pesante coltre sotto cui era inevitabile sentirsi oppressi, mi veniva da chiedermi perché avesse lo stesso nome della Perla delle Dolomiti nelle cui vicinanze venivo portato in vacanza d’estate dai miei genitori prima che decidessero di separare in parte i loro destini.

L’articolo a cui faccio riferimento si può leggere qui e rivela l’esistenza di un incontaminato corridoio di 12.500 chilometri – il vallo di Adriano ne misura solo 120 da Wallsend, sul fiume Tyne, alla costa del Solway Firth, mentre la Grande Muraglia Cinese, a seconda delle fonti, misurerebbe fra gli 8.851 e i 21.196 chilometri, sì avete lette bene, fra gli 8.851 e i 21.196 – ribattezzato European Green Belt che parte nel Mare di Barents, passa dal Mar Baltico, arriva al Mar Nero e finisce nel Mar Adriatico.

Attraversa 24 Paesi europei ed extra-europei, si estende mediamente in una fascia di 50 chilometri all’interno della quale si susseguono 40 parchi nazionali e 3.200 aree naturali protette, cifra più, cifra meno.

Lì un tempo era tutto off limits, non ci si poteva nemmeno avvicinare e gli unici che probabilmente lo facevano erano plotoni o equipaggi di carri armato in perlustrazione per appurare che i rossi non invadessero la patria delle libertà e che le truppe del capitale non si spingessero oltre Cortina, cioè non a Dobbiaco come dice chi va sulle Dolomiti e valica il passo Tre Croci, ma dove sorge il Sol dell’Avvenir.

Un corridoio nel quale non ti lasciavano costruire e forse nemmeno a qualcuno sarebbe venuto in mente di farlo, temendo un’incursione di cosacchi da una parte e di marines dall’altra, dove non avresti saputo se inciuccarti di wodka o di whisky, ma certamente sì che valeva la pena affogarsi nell’alcol.

Una barriera che in quell’indimenticabile 1989 a nessuno venne in mente di prendere a picconate, abbatterla come fu fatto invece con il Muro di Berlino – 155 chilometri appena – e che con molta probabilità prima o poi, essendo prevalso il modello che si fonda sulla certezza del primato insopprimibile dell’economia di mercato e della forza propulsiva e progressista del plusvalore (e quindi dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo), sarà messo all’asta, dato in pasto al consumo, o come altrimenti si dice, cotto e mangiato.

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One Response to “Il prossimo parco giochi”

  1. Matteo scrive:

    Gli americani hanno una dote eccezionale. Sanno immaginarsi di volta in volta un nemico diverso, assommandogli tutti i mali possibili. Prima era il comunismo, l’Unione Sovietica, “l’Impero del male” secondo l’espressione di Reagan, poi lo è diventato l’Islam e infine lo sta diventando (di nuovo) la Russia di Putin, non più socialista ma antimperialista e tornata ad essere una potenza mondiale. Ovviamente i nemici devono essere cattivi, “dittatori”, “liberticidi”, mentre gli Usa sarebbero i difensori della libertà e della democrazia (nonostante Guantanamo e Abu Ghraib, nonostante Vietnam, Cile, Nicaragua, Iraq, Ucraina, ecc.). Ebbene questi muri non sono fatti di mattoni, di posti di blocco, di sistemi contraerei; questi muri sono fatti di menzogne. Menzogne che i media confezionano per convincerci che “qui” è meglio che “lì”. E quasi sempre ci sono riusciti.

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