La dote del maestro

Bruno Schacherl

Sono in un’età in cui non sarebbe peregrino immaginare se si sarà ricordati con affetto, stima e ammirazione quando sarà giunto il momento.

Non sarebbe peregrino eppure non mi è così facile, non tanto per un’assenza di momenti in cui venga da rendere plausibile quel giorno, anzi, quanto per la difficoltà davvero di essere obiettivi con se stessi e stabilire, con una buona dose almeno di approssimazione, se si è stati in un modo o esattamente in quello opposto, se si meriti memoria o ci spetti l’oblio.

In altre parole – è cosa nota – essere giudici di se stessi è pressoché impossibile, anche in un caso come il mio dove nel mio stesso nome di battesimo c’è racchiuso qualcosa che ha a che fare con la condanna o l’assoluzione, comunque sia con il verdetto di un altolocatissimo giudice.

Questo m’è venuto in mente partecipando ieri alla commemorazione di Bruno Schacherl che suo figlio Stefano e gli altri componenti della famiglia hanno organizzato al circolo culturale di Brozzi dove negli ultimi anni l’illustre caporedattore di Rinascita soleva andare a tenere contatti con il mondo.

C’erano Paolo Franchi, Giuseppe Vacca, Fabio Mussi, Giuliano Scabia, Maria Luisa Boccia e altri che non conosco o non si sono presentati. Alcuni che avevano avuto rapporti più stretti, altri più labili ed occasionali con questo giornalista di cui ho avuto occasione di scrivere qui, chiamandolo Geronimo, in un periodo molto molto particolare della mia vita, quando mi è stato chiesto di dare una mano ad organizzare una festa in onore dei 90 anni di Bruno ed io mi sono speso come meglio ho potuto.

Ecco già in quell’occasione Schacherl fu ricordato come un maestro ed anche ieri questo è uno dei tratti prevalenti che sono emersi. Un maestro, cioè uno capace di passare a chi viene dopo quello che ha acquisito ed elaborato. Di fatto, cioè, un generoso.

Bruno Schacherl non è stato un mio maestro. Altri ne ho avuti e non ho mancato di riconoscere la loro grandezza ed il mio debito di riconoscenza. Forse un modello, perché di lui avevo sentito parlare con grande considerazione. Che poi mi sarebbe piaciuto averlo come maestro è altra cosa. Ma sono contento di quelli che ho avuto.

Tutto questo tuttavia per dire che qualunque cosa si faccia, ed anche comunque ci si comporti in vita, chiunque si sia, spendere qualche tempo e qualche energia per questa staffetta generazionale non solo è importante. Credo possa dare anche piacere. In vita, Nella consapevolezza magari anche della memoria che lascerà. Ciao Geronimo, grazie.

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