Una voce d’enciclopedia

L’Associazione Ciclostilato in proprio nata per conservare la memoria del Movimento studentesco fiorentino al quale ho aderito in gioventù ha un sito internet per il quale ho scritto questa voce della sezione “Il dizionario del Msf” che si può leggere anche qui:

Slogan

Delle numerose parole meritevole di stare in questo Dizionario del Movimento studentesco fiorentino – di modo che chi di quell’esperienza vissuta da tanti giovani sa poco o nulla, perché magari allora non era nemmeno nato, possa farsi un’idea ed avvicinarsi agli ideali che mossero quella generazione – il termine “slogan” probabilmente è fra i meno ignoti.

E tuttavia al posto di esso probabilmente si preferisce Tag Line à o Claim o più impropriamente Headline, derivando dal mondo della pubblicità una frase, anche stringatissima, che viene gridata, e tuttavia capace di esprimere un concetto in modo efficace, attirare l’attenzione, suscitare qualcosa a livello inconscio, invogliare all’acquisto.

Slogan, oggi, è infatti prevalentemente utilizzato in contesti pubblicitari, anche se, come si è detto, gli si preferiscono altri anglicismi, quelli citati prima o anche Pay-off, Heading, Baseline.

L’altro contesto in cui ancora abbondantemente si usa la parola slogan è quello calcistico, nel quale, purtroppo, dimenticando il valore del gioco, spesso mantiene il significato originario di «grido di guerra».

Slogan, infatti, è parola di origine scozzese: sloghorne, che deriva dal gaelico sluaghghairm. Sluagh è «esercito» e gairm «grido» e sluaghghairm «grido di guerra».

Lo definisce il vocabolario Treccani: «Breve frase, incisiva e sintetica, per lo più coniata a fini pubblicitarî o di propaganda politica, che, per ottenere un effetto immediato ed essere facilmente memorizzabile, si avvale spesso di accorgimenti ritmici, della rima, di assonanze o allitterazioni, oppure è esemplata secondo lo schema usuale dei proverbî».

A differenza di quelli della maggioranza silenziosa à, volutamente muti, i cortei à spesso sono caratterizzati dagli slogan che vengono ritmati, gridati, scanditi durante la marcia. Per lo più servono a esprimere, in poche parole per lo più in rima o comunque armoniose e cantabili, le ragioni per cui si manifesta, si scende in piazza, ci si riunisce e insieme si sfila per la città.

Gli slogan del Movimento studentesco fiorentino, come anche quelli di altre organizzazioni politiche dell’epoca, seguivano talvolta il ritornello di una canzone popolare o divenuta celebre, ma anche di famose sigle o reclame pubblicitarie riprese da Carosello à.

Per esempio dal refrain di un dado che diceva: «Se ti resta ancora un dubbio / tanto semplice è provar / la minestra vale il doppio / con il doppio brodo Star», ne era derivato: «Se ti resta ancora un dubbio / tanto semplice è provar / Movimento studentesco / con le masse popolar».

Rivendicavano la riforma della scuola, osteggiavano i rigurgiti fascisti, condannavano le stragi à, indicavano obiettivi a breve e a lungo periodo, comprese molte utopie à, denigravano gli avversari o enfatizzavano i propri meriti, inneggiavano ai miti in cui si credeva.

In linea di massima nascevano spontaneamente e si tramandavano per via orale, ma per un po’ qualcuno veniva incaricato di inventarne di nuovi, di raccoglierli in un foglio ciclostilato à che veniva poi distribuito a chi guidava i cortei.

Obiettivo di questo sito e dell’associazione che lo promuove è di raccogliere tutto il materiale dell’epoca, slogan compresi. Per cui, chiunque ne ricordi anche uno solo, sia che fosse del Movimento studentesco fiorentino o di altre organizzazioni, è pregato di mandare una e-mail a ciclostilatoinproprio@gmail.com. Lo pubblicheremo citandone la fonte.

P.S. È opportuno ricordare che un conto è usare gli slogan, un altro è parlare servendosi di essi o, come si dice, parlare per slogan. Abitudine da dimenticare, qualunque età si abbia.

Daniele Pugliese

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