Genetliaco

Erich Fromm, che scemo non era, ha scritto un libro che si intitola Avere o essere?, o il contrario non ricordo bene. Sottovalutato da molti, non da me, come neppure L’arte di amare, regalatami dalla ex moglie, che invece consiglio di leggere. Sì, un po’ anglosassone, ma fortunatamente anglosassone. Seguendo i suoi pensieri posso affermare che sono, ad oggi, 1.365 i miei amici su Facebbok, 1.910 i visitatori del mio blog dal 12 aprile 2010, 561 e 491, rispettivamente, gli utenti che sono entrati ieri l’altro e ieri nelle mie scartoffie. Benvenuti. Posso cominciare a chiedere della pubblicità. E così, rovinarmi in un istante, perché la pubblicità è l’anima del commercio, e il commercio non ha anima, o l’ha venduta al diavolo.

Ho messo in corsivo il verbo essere per sottolineare che non ho tutto questo. Non c’è possesso. Né possessione. La proprietà è sì privata, ma ciascuno ha la sua, non gliela puoi prendere, neanche chiedergliela in amicizia. Così per la personalità, le idee, i sentimenti. A ciascuno il suo, che è stato già detto.

Non ho contato i messaggi di auguri pervenuti ieri, a ciascuno dei quali ho risposto, ringraziando pertinentemente, a seconda del grado di conoscenza, di affetto, e del concetto che mi veniva espresso, perché il bello dei rapporti umani non sta nel quanto si ha, ma in quel che si è. Hai voglia metterti roba elegante addosso o imbandire la tavola con roba sopraffina. Se al desco non ci si dà…

Un ultima cosa, visto che siamo in tema di compleanni, ricorrenze, giubilei, riti ai quali sottostiamo ognuno con la propria attenzione. Io ne ho poca e difetto sui compleanni, gli onomastici, le celebrazioni, le feste santificate e anche quelle senza aureola. Se dimentico di augurare a qualcuno mi si perdoni. Il mio augurio è ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo. E vale per tutti.

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