Stranieri 3/4: filippine e capoverdiani

AAA cercasi tuttofare senza pretese

Non sono solo gli eritrei a gestire le case della buona borghesia fiorentina. Anche filippine e capoverdiane. Donne soprattutto, ma anche uomini, Talvolta in coppia, lei domestica e cuoca, lui autista e giardiniere. Le condizioni di lavoro in genere sono durissime. Il contratto di lavoro parla di 10 ore giornaliere, ma il più delle volte diventano 15. E i compiti di una colf o di un domestico sono così difficilmente limitabili che ci si può trovare in qualsiasi ora del giorno e della notte con qualcosa da fare. Le persone che abbiamo intervistate in genere dicono che nella famiglia dove lavorano non va male, ma che prima, dal padrone di prima…«Quello che più mi dava fastidio – dice un uomo filippino contattato in piazza Santa Maria Novella, dove tutti i giovedì e le domeniche pomeriggio si trovano la gente di quel paese – era il modo che avevano di trattarmi. Gridavano sempre, mi rimproveravano sempre, e avevano sempre un tono di voce altissimo quando si rivolgevano a me».

Piazza San Marco è invece il punto di ritrovo dei capoverdiani. È lì che incontriamo Ippolito Daniele Soares, 26 anni, domestico per poter studiare. Si è appena maturato e vuol diventare assistente di comunità infantile per tornare nella sua patria ed avere un lavoro. Studia nei ritagli di tempo. Frequentare non può e la legge non glielo consente. Ci spiega che il contratto si fa all’ufficio di collocamento. Dura un anno. «Ma se le cose non vanno bene – dice Ippolito – da entrambe le parti lo si può rompere. Se vengo licenziato senza aver fatto niente mi pagano un mese per permettermi di trovare un altro lavoro. La questura dà due mesi per trovare un lavoro, e a volte lo rinnovano anche per un altro periodo, ma fanno molte storie se non riesci nel frattempo a trovare un lavoro. Quanto si guadagna? L’associazione delle collaboratrici domestiche per quel che può fa rispettare la tabella dei minimi, che sono davvero minimi: 300 mila lire mensili. Secondo Ippolito comunque gli stipendi variano fra le 400 e le 800 mila al mese. Chi vuol far valere le proprie ragioni, il lavoratore «sindacalizzato», è comunque il primo a saltare, in genere poco gradito ai datori di lavoro che vogliono essere loro a porre le condizioni. Chi le accetta bene, tanto ce ne sono tanti altri disposti a coprire quel posto. E il sogno di fare un po’ di soldi per poter tornare in patria ad altre condizioni ben presto svanisce.

l’Unità, 17 luglio 1985

2 Responses to “Stranieri 3/4: filippine e capoverdiani”

  1. Daniele Pugliese scrive:

    Non ricordo ovviamente, ma suppongo fosse la Camera del Lavoro

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