Lezione di intervista 2: domanda bene, risponde meglio
L’assunto da cui sono partito nella lezione di intervista fatta ai ragazzi della scuola di Inveruno è che si debbano fare buone domande per avere buone risposte. E, pertanto, che per fare buone domande, si debba studiare, si debba conoscere quanto più possibile riguardo chi si intervista. Ma, di più, ci si debba preparare bene sull’argomento su cui gli si vogliono fare delle domande e la materia in generale che fa da scenario a quell’incontro.
Per prepararli bene dunque alle domande che avrebbero potuto farmi in qualunque momento del nostro incontro – in fondo ero io l’intervistato – riguardo l’argomento stabilito, ho proposto loro, precisando che avevo accuratamente scelto una “fonte attendibile” delle mie informazioni, la definizione di intervista tratta dal vocabolario on line della Treccani:
• s. f. [calco dell’ingl. interview, che a sua volta ricalca il fr. entrevue, der. di s’entrevoir «vedersi o incontrarsi brevemente» (cfr. l’ital. intravedersi)]. – Colloquio che un giornalista, (…) ha con una personalità politica, con rappresentanti del mondo della cultura, dell’arte, dello sport, ecc., o in genere con persone legate a fatti di cronaca, per averne dichiarazioni, opinioni, notizie su determinati argomenti (di solito proposti attraverso una serie di quesiti), che sono pubblicate poi su un giornale o trasmesse per radio o televisione: fare un’i.; chiedere, concedere un’i.; i. giornalistica, radiofonica, televisiva.
• In statistica, i. individuale, mezzo di rilevazione di dati individuali, consistente nella raccolta, fatta attraverso personale specializzato, di informazioni di natura prestabilita richieste a individui appartenenti a determinate categorie.
La slide successiva si intitolava “Intervistare o interrogare?”, ed ai ragazzi ho ribadito che di “colloquio” avevamo appena parlato, precisando che avremmo anche potuto dire “conversazione” o “dialogo”.
«Una cosa diversa – ho aggiunto – è l’“interrogatorio”».
Anche qui ho fatto ricorso al vocabolario on line della Treccani che così definisce l’interrogatorio:
• agg. e s. m. [dal lat. tardo interrogatorius]. –
In diritto: nel procedimento penale, interrogazione dell’imputato da parte dell’autorità giudiziaria (…). Più genericam., serie di domande rivolte dal giudice ai testimoni, dalla polizia a persone sospette di un reato, ecc., e per estens. qualsiasi interrogazione fatta con tono inquisitorio: fare, subire un i.; sottoporre a un i. stringente, incalzante; verbale d’interrogatorio. Per l’i. di terzo grado, v. grado1, n. 3 a.
agg. Da interrogatore, che è proprio di chi interroga: assumere un tono i.; il suo fare i. mi metteva a disagio (mi lanciò un’occhiata interrogatoria.
Per dare un esempio di quanto un’intervista possa avere il sapore di un interrogatorio – quantunque l’intervistato sia persona sì da interrogatorio, ma nelle aule a questo dedicate – avevo messo in scaletta (si veda il punto 3 dell’omonima voce sempre nella Treccani), senza che ci sia stato poi il tempo di trasmetterlo, il brano compreso fra il 19° secondo e il minuto e 40 secondi di questa comparsata di Berlusconi in un programma televisivo condotto da Massimo Giletti, dandogli il titolo “Mi lasci parlare o me ne vado”:
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