Lezione di intervista 3: con l’aiuto di Socrate

Avevo poi ripreso la mia lezione sull’intervista tornando invece alla parola “dialogo”, che io reputo di un’importanza straordinaria. Anche qui ero ricorso alla voce della Treccani, ma sintetizzando a modo mio:

• I dialoghi, conversazioni svolte attribuendo ad uno dei due interlocutori un ruolo di esperto, di buon conoscitore dell’argomento di cui si tratta, in qualche maniera di maestro, insegnante, autorità, sono stati una delle prime e più importanti forme di testo filosofico.

• In particolare si ricordano i Dialoghi scritti da Platone nei quali l’allievo riferiva del pensiero del suo maestro, Socrate, considerato l’iniziatore della tradizione filosofica occidentale.

• Socrate è celebre per molte cose, tra le quali l’invito ai suoi discepoli a “sapere di non sapere”, ovvero sia a conoscere non smettendo mai di porsi interrogativi, di farsi domande, sapendo che, per quanto si sappia, non si potrà mai dire di sapere.

È stato questo uno dei punti che hanno maggiormente attirato l’attenzione dei ragazzi, tanto che quando poi ho spiegato cosa sia un’intervista impossibile (si veda più avanti) e loro hanno dovuto poi eseguire su richiesta di Liana Zorzi un esercizio, qualcuno ha proprio intervistato Socrate.

Per cui apro qui una parentesi e riporto quanto hanno scritto i ragazzi della terza A della Alessandro Volta per partecipare alla premiazione finale avvenuta il 28 maggio.

Sapere di… non sapere
Intervista a Socrate

Buon pomeriggio Signor Socrate, cosa sta facendo?

Cammino e penso, penso e dialogo con i miei studenti, dialogo e cammino.

È il suo lavoro? Perché non ha seguito le orme di suo padre?

Perché per me fare lo scultore era un lavoro in cui non riuscivo ad esprimermi e non mi appassionava abbastanza; perciò mi sono dedicato a un lavoro completamente diverso dove la ragione era il punto principale.

Può gentilmente spiegarmi come mai, nel 404 a.C., si rifiutò di arrestare il democratico Leone di Salamina che sarebbe stato condannato a morte?

Perché ho sempre preferito correre dei rischi piuttosto che farmi complice di misfatti.

Perché la appassiona così tanto la filosofia?

Volevo porre in risalto il carattere personale dell’uomo, dell’anima, delle conoscenze e della verità. Adoro la filosofia perché riesce ad esprimere i miei pensieri più profondi e farmi sentire in pace con la mia anima.

Mi ha colpito, nel leggere i suoi scritti, una frase, quando afferma di essere convinto di non sapere e per questo è più sapiente degli altri. “Ho così compreso che la consapevolezza di non sapere è ciò che porta a sapere più degli altri, se un uomo è consapevole di essere ignorante e ha questa certezza può solo migliorarsi e iniziare a conoscere di più”. Certamente con queste sue affermazioni si sarà creato dei ‘’nemici’’. Non era forse più conveniente fingersi ignorante?

[Socrate, dopo una breve pausa di riflessione, mi ha guardato negli occhi e sorridendo ha risposto]:

La verità è ciò che conta, tutto il resto non ha importanza. Io vivo ancora oggi investigando e ricercando se ci sia qualcuno che io possa ritenere sapiente, ma non ho ancora trovato nessuno. E da questo fatto ho capito che non c’è nessun sapiente tra gli uomini. Lei cosa ne pensa?

Socrate, io credo che questa sua affermazione sia in parte sbagliata perché credo che non tutti gli uomini siano ignoranti, ma che ci siano uomini ignoranti che non vogliono migliorarsi, e ci sono uomini che sono ignoranti e vorrebbero diventare sapienti.
Mi tolga una curiosità. Qual è il suo miglior pregio?

Il coraggio. Mi sembra di averlo dimostrato in molte occasioni; ho sopportato per tutta la vita il carattere irascibile di mia moglie Santippe, una donna veramente insopportabile. Ma soprattutto ho cercato di dimostrarlo quando ho affrontato il processo per l’accusa di empietà, rinunciando a difendermi e accettando le decisioni delle autorità. Ho bevuto la cicuta senza protestare e senza provare rancore.

Visto che lei era un uomo molto colto, come ha fatto a sopportare il carattere irascibile di sua moglie?

In tutti questi anni di matrimonio ho concepito che la sapienza consiste anche nel sopportare le persone che hanno un carattere diverso dal proprio e saper accettare i loro pregi e i loro difetti.

Come si è sentito quando sua moglie le ha rovesciato il vaso da notte in testa?

Dal suo carattere mi potevo aspettare di tutto, ma non pensavo che potesse arrivare fino a questo punto.

Grazie mille… è stato un onore poterla intervistare!

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