A lezione da Albe Steiner

Albe e Lica Steiner

Non ho avuto il tempo, prima, di scrivere qualcosa sulla mostra che, purtroppo, si conclude oggi al Museo degli Innocenti di Firenze e sono riuscito a vedere nelle ultime settimane di settembre, dedicata a Lica e Albe Steiner.

Lui, per chi non lo sapesse, è stato il grafico che ha disegnato “Rinascita” di Palmiro Togliatti e “Il Politecnico” di Elio Vittorini, ed anche molte copertine della Feltrinelli al suo esordio nel 1954, comprese quelle de Il dottor Živago di Boris Pasternak nel 1957 e del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel 1958, così come il marchio della Coop – con la C, le due OO e la P quasi fuse insieme, realizzato nel 1963 in occasione della inaugurazione a Reggio Emilia del «primo magazzino cooperativo a libero servizio» – sono suoi.

Una vera pacchia per me che ho annusato libri, stringhe al piombo di Linotype, ammoniaca e inchiostro quand’ero ancora un bambino; imparando ad apprezzare la sobrietà di alcuni caratteri a stampa cesellati da Bodoni, Garamond, Simoncini, Baskerville; e la consistenza, la sottigliezza o lo spessore di carte realizzate da Manuzio ed altri tipografi, della uso mano o della patinata; ed in gioventù mi sono trovato costretto a riempire di mio pugno col pennarello tadzebao ed a confrontarli con i manifesti che abili grafici come Leonardo Mattioli, Mario Mariotti, Daniele Cavari, mio padre stesso disegnavano per denunciare l’orrore in Cile, la nascita di una radio libera, la conquista del diritto di voto ai diciottenni; per poi finire a mettere a punto sempre con Daniele Cavari il primo giornale che ho diretto, “Concentramentorenove”; con Lorenzo Gualtieri prima e il grande Piergiorgo Maoloni poi, il settimanale “Anteprima” per un po’ distribuito con “l’Unità” inizialmente a Firenze e quindi a Bologna; ad adattare, sempre con Piergiorgio Maoloni, il suo progetto grafico di “Mattina”, il quotidiano locale abbinato a “l’Unità” che con Antonio Zollo, Gabriele Capelli, Maurizio Fortuna e Beppe Ceretti abbiamo diretto in Emilia, in Toscana, a Roma e a Milano; a lavorare con Luisa Grossi, Fabio Ferrari, Mara Conti, Maurizio Colantoni, Antonio Modugno a speciali, opuscoli e allegati del quotidiano fondato da Antonio Gramsci; a dar vita con Paolo Rossetti e Annamaria Testa a delle pubblicazioni della Regione Toscana; con Gianni Sinni a coordinare l’immagine e la struttura del sito internet della Regione Toscana; con Barbara Barucci a mettere a punto la linea grafica dell’Agenzia di informazione “Toscana Notizie”.

Guardando la mostra ho anche scoperto una lettera dell’alfabeto perfetta per qualcosa che ho in testa ed allora, grazie all’amicizia con Sara Barbanera, sono riuscito a mettermi in contatto con Anna Steiner, la figlia di Albe e Lica che ha, in maniera davvero magistrale, curato l’allestimento dell’esposizione dedicata ai suoi genitori, alla loro passione politica, alla loro professionalità, alla loro arte.

Ci siamo incontrati discutendo amabilmente davanti a un tè e a un caffè, dopo averle fatto un po’ da cicerone in qualche angoletto di Firenze – cosa che mi piace sempre più fare per regalare piccoli doni prevalentemente sconosciuti a chi viene da fuori e per lo più sa solo del campanile di Giotto o degli Uffizi – ed ho potuto illustrarle due progetti ai quali sto lavorando mosso da una spinta interiore che mi dice di farlo, sia giusto e doveroso.

L’hanno appassionata, o quanto meno li ha trovati interessanti e non è escluso si faccia coinvolgere, e comunque abbiamo scoperto delle affinità ed un piacere alla conversazione che credo coltiveremo in futuro. Anna mi ha anche dato una sua approvazione al fatto che io impieghi quella lettera dell’alfabeto disegnata da suo padre per uno di quei due progetti. Mentre per l’altro valorizzeremo insieme la storia di Rinascita.

Per parte mia le ho dato la disponibilità e mi sono immediatamente messo al lavoro a far sì che quella mostra trovi anche altre sedi in altre città dove essere esposta, perché merita davvero vederla e chi non lo può fare cerchi il catalogo edito da Corraini Edizioni, intitolato Licalbe Steiner. Grafici partigiani.

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