Due conti

Un simbolo della Masoneria

Alle ultime elezioni politiche Pdl e Lega hanno assommato circa il 46% dei consensi, Pd e Idv il 38. Il resto sparpagliato in qua e in là. Gli iscritti alla massoneria – scrivono i giornali in un rinato e non gratuito ritorno d’interesse per l’argomento, di cui ho dato conto nel post intitolato Un problema solo del Pd? – sarebbero 21 mila in Italia, 4 mila dei quali si annidano nel Partito democratico, com’è facile desumere anche dal datato libretto sulle Logge in Toscana che l’Unità pubblicò nel lontano 1993 ed io ho riproposto in questo blog il 27 marzo di quest’anno. Ventunmila sta a 100 come 4 mila sta a X: il 19% dei massoni militerebbero dunque nella formazione politica che dovrebbe smantellare quel nefando piano partorito da Licio Gelli ai tempi della P2 e attuato in ogni minimo dettaglio dal premier Silvio Berlusconi, affiliato n. 104, sul quale mi sono soffermato nel post intitolato Sogni d’oro.

In termini assoluti, se circa 17 milioni d’italiani si sono schierati con il centro destra e quasi 14 con il centro sinistra, si può dire che quasi lo 0,03% dei sostenitori di Prodi a fronte dello 0,1% dei sostenitori di Berlusconi, direttamente o indirettamente è invischiato in una prospettiva che, essendo segreta e circonfusa di mistero, riporta a strategie di demolizione dell’ordinamento costituzionale così come lo vollero i padri. Son numeri bassi, è vero, e lo 0,0 è diverso dallo 0,1, ma l’inquietudine, o almeno il fastidio, sono comprensibili. Del resto non stiamo parlando di una bocciofila.

Torno a ripetermi: non la metterei sul piano etico o morale, dell’opportunità o meno d’aver due giacche per ogni occasione, o meglio, il fazzoletto rosso al collo e i guanti bianchi alle mani. Per me il problema è quello delle leggi, degli ordinamenti, delle regole che ci garantiscono la convivenza, la credibilità nelle istituzioni, il nostro stare insieme in una cosa chiamta democrazia che è di tutti, non solo dei numeri con la virgola dopo lo zero.

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