L’utopia in mano a un giovane

Fidel Castro con Ernesto Che Guevara

Hasta la victoria, siempre, comandante Fidel. Merita un saluto commosso il líder máximo che, insieme a Ernesto Che Guevara – di cui l’anno prossimo ricorre il cinquantenario della morte – ha fatto sperare, forse illudere più di una generazione, certamente la mia.

Liberi dall’America e dal suo consumismo, da Battista, dai suoi bordelli e dai suoi casinò, ma anche dal regime sovietico e – dicono tutti quelli che sono stati a visitare Cuba – liberi di sorridere, di sapersi divertire, di cogliere l’attimo, malgrado la povertà e le maglie dello Stato.

Sperare, ed anche illudersi, sono un bisogno che ci è amico, o almeno può esserci amico. Ed è un bisogno, qualcosa di insopprimibile che neanche le vetrine luccicanti, i neon accesi, gli sconti promozionali, il tutto incluso, possono cancellare.

Che utopia sia, inventata esattamente cinquecent’anni fa da Tommaso Moro, appena 24 dopo lo sbarco dei conquistadores proprio là, in quell’area del mondo dove ora Fidel se n’è andato.

Fidel

Che utopia sia e che qualcuno – magari giovanissimo com’era giovanissimo Fidel quando iniziò la sua ardita rivoluzione, se vuole col sostegno di noi quasi vecchi – la persegua, con la stessa incoscienza con cui lui nel 1956, quand’ero ancora nella pancia della mia mamma, si ritirò sulla Sierra Maestra per accendere la fiamma del sogno.

«Nella storia – dice Eugenio Garin nell’intervista che gli feci all’indomani della decisione di Achille Occhetto di ribattezzare il Partito comunista italiano nel 1989 e che, raccolta nel volume Appropriazione indebita sarà il primo titolo della casa editrice TESSERE – i nomi hanno spesso cambiato valore e significati, rimanendo gli stessi nel mutare delle cose. Nell’ambito che ora ci interessa si pensi solo alle variazioni di significato e di sfumature che hanno avuto i termini “socialista” e “socialismo”, e alla difficoltà, oggi, di dare un significato univoco alla parola socialismo pur fra tanta dovizia di aggettivazioni. La verità è che si tratta, per usare un termine tecnico, di una idea regolativa, di un “ideale”, di un’utopia, ma senza ideali e utopie gli uomini non si muovono».

Senza ideali e utopie gli uomini non si muovono: hasta siempre, comandante Fidel.

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