Apparenze amorose
La Repubblica di oggi informa che un palestinese è stato condannato per stupro in Israele – e, sia chiaro fin da subito, si riporta la notizia prescindendo da qualsiasi connotazione politico-razzista – avendo egli omesso di informare la donna ebrea con cui ha avuto un fugace relazione amorosa e sessuale delle sue reali origini e avendole taciuto d’essere già sposato.
«La donna – avrebbe sostenuto, secondo il quotidiano, il giudice che ha emesso il verdetto – non avrebbe mai acconsentito se non fosse stata convinta che l’uomo era ebreo». Avrebbe aggiunto: «La Corte ha l’obbligo di proteggere il pubblico interesse dai criminali sofisticati, dotati di suadente parlantina, capaci di ingannare vittime innocenti imponendo loro un prezzo insostenibile: la santità del proprio corpo e della propria anima».
L’articolo non dice quanti anni abbia la donna, solo che l’uomo ne ha 30 e che la relazione, per quanto infarcita di promesse di eterno amore da parte del maschio, sarebbe stata consenziente.
Ammettiamo appunto che non vi sia alcuna discriminazione razziale e che l’episodio, così come è avvenuto in Israele, si sarebbe potuto ripetere in Florida o in Croazia, nell’Uzbeckistan come in Belgio. Fermiamoci alla logica. Un uomo che non dice prima dell’amplesso con una sconosciuta di essere stato sottoposto preventivamente a chemioterapia è passibile di condanna per stupro per non aver fornito sufficienti elementi di valutazione alla partner in merito alle proprie aspettative di vita, ed averla pertanto illusa che un’eventuale convivenza sarebbe potuta essere più duratura di quanto in realtà possa essere.
Anche una donna che indossi i wunderbra è ovviamente passibile delle medesima pena, avendo essa illuso l’ignaro maschio che certi piaceri desumibili dalle dimensioni del seno siano possibili quando sotto in realtà c’è poco o niente. Per non parlare delle ciglia finte, della liposuzione, delle lenti a contatto colorate, della stessa esposizione ad una lampada al quarzo.
Ma più generalmente in ogni connubio tra due esseri di sesso diverso – ma anche dello stesso, nulla cambia – ognuno dei due partner è recludibile, imprigionabile e carcerabile, avendo egli omesso all’altro quello che solitamente ci si rivela nel corso di un’intera esistenza e che spesso è proprio il sale delle relazioni, quella scoperta quotidiana che può sfociare tanto in una unione indissolubile quanto in una frattura insanabile. Ed è evidente che entrambi i partner hanno l’opportunità, dietro le sbarre, di rivelarsi anche il più intimo dei segreti, rimandando alla fine della pena la possibilità di un approccio e del primo magico momento di voluttuosa intimità.
Avviso agli utenti: si raccomanda, durante l’ora d’aria nel penitenziario, di descrivere nei minimi dettagli al o alla pretendente le modalità in cui si fa l’amore, sospiri e gridolini compresi ed ogni altra contrazione muscolare, onde evitare che una inadeguata informazione possa dar adito a fraintendimenti ed esporre a prezzi insostenibili che la santità del corpo e dell’anima non potrebbero pagare e, per ciò, che si venga accusati di violenza sessuale. Din don.
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