La partitura del Trillo del Diavolo
Enrico Zoi mi ha fatto un’intervista che è uscita su www.iltrillodeldiavolo.it, sito per appassionati di scene e più in generale cultura, che prende il nome dalla celebre sonata per violino e basso continuo scritta da Giuseppe Tartini (1692 – 1770), giudicata uno dei brani più impegnativi da essere eseguti. La riporto qui di seguito:
Sempre più verso Occidente con lo scrittore Daniele Pugliese
Scritto da Enrico Zoi
venerdì 16 luglio 2010
Il suo ultimo libro è ‘Sempre più verso Occidente e altri racconti’. Ha una lunga militanza giornalistica, politica e di penna alle spalle. È Daniele Pugliese: per lui scrivere è una necessità.
Tu sei giornalista, storico e scrittore: chi racconta meglio l’attualità oggi, il cronista, l’intellettuale o il narratore?
Ci sono cronisti, intellettuali e narratori che continuano a raccontare bene l’attualità; altri hanno abdicato. La competizione non è fra le categorie ma tra la stoffa che ciascuno usa. E di nylon oggi ce n’è parecchio.
Enrico Zoi
Dove sta andando oggi la professione di giornalista?
Non mi piace molto il giornalismo di oggi, lontano da ciò che ho imparato 32 anni fa. Ci sono colleghi bravissimi, che scrivono bei pezzi, documentati, cercano storie, provano a far capire al lettore quanto accade, ma nel complesso, a guardare quotidiani, tv e radio, i comunicati stampa delle istituzioni e del privato, il calo c’è. Sfido chiunque a non leggere i quotidiani per una settimana e poi comprendere quel che si apprende in relazione a ciò che è successo. Si è persa la venerazione per il lettore. Questa professione avrebbe bisogno di un grande ripensamento, che coinvolga chi la fa, ma soprattutto editori, politica e legislatore.
Sei su facebook, twitter e youtube e hai un tuo blog: hai dunque fatto i conti con le nuove tecnologie?
Mi sono affacciato al mondo del 2.0 su istigazione dell’editore dei miei racconti e dell’amica che cerca di promuoverlo come ufficio stampa, scoprendo che può servire per esprimere più liberamente il proprio pensiero senza sottostare agli obblighi che si hanno scrivendo per una testata, un padrone o un editore. Ma come ogni libertà va usata con cautela: molte cose dei social network e dell’editoria fai-da-te rasentano delirio e stupidità. Bisogna essere oculati e consapevoli.
Un giovane che vuole vivere delle sue parole scritte cosa deve fare?
Viva di altro e scriva per passione. I giovani avrebbero bisogno di speranze e pungoli, ma troppo spesso vengono illusi di essere chissà chi solo perché costano poco e sono disposti a fare tutto ciò che gli si chiede pur di arrivare alla mèta, perdendo di vista che tra le cose che formano la mèta c’è pure il non essere disposti a fare tutto quel che ci viene chiesto. Un tempo si faceva la gavetta per imparare, ma era più scuola che precariato; oggi si fa tanto precariato e scuola poca, anche niente.
Il tuo ultimo libro ‘Sempre più verso Occidente e altri racconti’ sta andando bene: ce ne vuoi parlare?
Ho impiegato anni per trovare un piccolo qualificato editore che accettasse la sfida di pubblicare quello che scrivo di notte, al mattino presto, nei ritagli di tempo, pescando in un angolo dell’animo dove c’è la parte più genuina, personale, seppur mediata dall’amore per la scrittura e dalla tecnica della scrittura. Si scrive di getto, per impulso, ma imponendosi una disciplina e limando finché non si è soddisfatti. Lo si fa per se stessi e per il lettore. Chi ha letto il libro non è rimasto indifferente: può essere piaciuto o no, ma da qualche parte arriva. C’è chi se l’è presa! Segno che il libro era presente e il lettore pure. Pago il prezzo di un piccolo editore che lo fa per passione però con mestiere. È difficile sfondare in librerie inondate dai colossi editoriali, ma le soddisfazioni non mancano.
Il prossimo libro?
Ho 7 libri pronti per la stampa o in attesa di editore. Non riesco a tener ferma la penna: sto lavorando a un saggio, quasi 300 pagine di ebbrezza filosofica. Poi vorrei completare e limare quella che doveva essere la mia tesi di laurea. Un po’ di suspence: la fine del mondo!
Daniele Pugliese, torinese, 32 anni di giornalismo, ha pubblicato numerosi libri e ha lavorato per oltre 20 anni come redattore e poi vicedirettore dell’”Unità”. Oggi dirige Toscana Notizie, Agenzia di informazione della Regione Toscana.
Tags: Enrico Zoi, Il trillo del diavolo
Scritto
il 27 luglio 2010 alle 08:06 in I miei libri.
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