Nemici

Una scena de "I duellanti" di Ridley Scott

Molti nemici molto onore, recita un antico adagio che la dice lunga, come quasi tutta la saggezza popolare. Del secondo devo averne in abbondanza a giudicare da quanti, magari col sorriso sulle labbra, son pronti a farmi in brani. Un po’ me li son fatti, in qualche caso addirittura me li son andati a cercare, altri mi son capitati fra capo e collo senza nemmeno avvedermene e per motivi che talvolta mi restano ignoti. Ce ne son di quelli che son così con tutti e non c’è rimedio, talaltri son figli di antipatie, a volte a senso unico a volte reciproche, alle quali è dura dar altro sbocco.

Nel racconto Ebrei erranti, per buona parte giro intorno all’interrogativo “che cos’è un nemico”, giungendo, sostanzialmente, a una risposta che invita a cercarlo dentro di sé, ad interrogarsi su quali siano i sentimenti, le azioni, gli atteggiamenti che inducono il prossimo a contrapporsi a noi anziché ad incontrarci e venirci incontro.

C’è, però, un ambito esterno al quale è, se non impossibile, difficile sottrarsi, indipendente non solo dalla propria volontà o dalle proprie azioni e dai propri gesti, ma fisiologico, naturale: perché avremmo degli anticorpi se non ci fossero agenti dai quali il nostro organismo deve difendersi?

Questa dimensione protettiva, preservativa, scudiera, non necessariamente è in conflitto con quell’inclinazione a una pacifica coesistenza di cui ho ragionato scrivendo su questo blog Pacifismo, perché dinanzi al nemico ci si può far da parte, o ignorarlo, smussare con uno sguardo rivolto da un’altra parte l’aggressione belligerante.

Uno dei casi più curiosi è quello del nemico che ha come nemici i tuoi nemici e tuttavia ha deciso di includere anche te in quella schiera. Chissà se qualche psicologo o qualche sociologo ha studiato tale comportamento. Io lo trovo veramente perverso, ma evidentemente deve avere le sue ragioni.

Infine solo una citazione. Un bell’esempio di inimicizia patologica è quello descritto da Joseph Conrad ne Il duello, magistralmente trasposto sul grande schermo nel 1975 da Ridley Scott con I duellanti. Buona visione.

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