Aficionados

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C’è un gruppo di aficionados che vorrei ringraziare. Non dico una volta per tutte, ma questa in grande stile. Con costanza su Facebook premono “mi piace” poco dopo che i post del mio blog sono stati pubblicati e non sono poche le volte che lasciano entusiastici commenti, tanto che talvolta temo d’essere vittima di una presa in giro, quasi d’un gioco fatto apposta per testare il mio inorgoglirmi.

È anche possibile che fra loro si nasconda il cavallo di Troia che violò la città, ma se penso ai figli di buona donna che s’aggirano per il mondo, si stempera ogni timore, ogni sospetto. Che mi s’intruda pure, a me prude. E mi gratto. E il prurito passa.

Torno ai miei aficionados, alla loro perseveranza, anche quando io non ringrazio o non aggiungo, non preciso e non puntualizzo, non do soddisfazione, preso da altro e in altro affaccendato o aficionado. È importante sappiano che suscitano spesso la curiosità di altri lettori, qualcuno dei quali mi ha chiesto di sapere chi sono e perché si appassionano tanto.

Con loro, vorrei scusarmi e di nuovo ringraziarli. Sono una cartina di tornasole, pochi o tanti che siano, che c’è qualcosa da leggere in quello che scrivo.

E allora penso che il modo migliore per ringraziarli sia scrivere, che generalmente è quello che faccio anche quando non rispondo loro.

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