La pasticca arcobaleno
Se non fosse stato per l’editore e per le competenze che gli competono, il mio di libro di racconti si sarebbe intitolato La pasticca verde e altri racconti e non Sempre più verso Occidente e altri racconti. Chi avesse voglia di sapere com’è andata la faccenda del cambiamento di titolo può vedere uno dei video pubblicati in questo blog il 29 aprile, nel quale Maurizio Marinelli ed io ci punzecchiamo giocosi su quella scelta editoriale.
Di pasticche verdi questa mattina, come tutte le altre, ne ho prese due. Due bianche, una bianca e rosa, una rossa e una trasparente come una lacrima o una goccia di pioggia.
Stasera, come tutte le sere, ne prenderò altre tre, tutte bianche, ma due tonde e una ovale. Naturalmente non rivelo di che medicinali si tratta, sia per non fare pubblicità indiretta alle farmaceutiche sia per non infrangere la legge sulla privacy, meglio nota come Codice in materia di protezione dei dati personali (D. Lgs. 30-6-2003, n. 196), che ci dovrebbe tutelare da giudizi pregiudizievoli nei nostri confronti legati all’affezione da patologie, malanni, sindromi, ancorché in questo caso riguardi non altri ma me che sarei autorizzato a divulgare indirizzo di casa, numero del telefono, misure dei fianchi, della vita e delle spalle, livello di graduatoria al quale son giunto nel quiz su Facebook volto a rivelare se si è amanti focosi e se sì a che grado, presenza di brufoli, unghie o peli incarniti, cali di pressione o di libido, aerofagismo o lotofagismo, inappetenza, demenza senile o precoce, o qualsivoglia altro acciacco, nonché del caso codice fiscale, di avviamento postale, matricola alla naja, pin del cellulare, password del conto in banca comprensivo di Iban, Ip, pipì, hippye, hippi!
Rivelo solo che con quelle dieci capsule, compresse, pillole, pasticche, pasticci, pozioni, preparati, tavolette, confetti, potrei cucirci una bandiera della pace e accingermi alla scrittura di un nuovo racconto che si intitoli la pasticca arcobaleno dove finisce il quale troverei la pentola dell’oro e metterei fine a questo insopportabile bisogno di lavorare per poter campare che dura ormai da 39 anni e del quale comincio ad averne le palle piene. In altre parole, il farmaco di tutti i farmaci.
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alle volte mi dai ai nervi, ma più spesso ringarzio la fortuna di aver incontrato una persona come te..