Lezioni antiche

Ho appena terminato di leggere Esercizi spirituali e filosofia antica di Pierre Hadot, libro di cui meriterebbe scrivere ben più che un solo post su un blog dove mescolo le cose più disparate.  L’ultimo saggio che chiude il libro si intitola  La filosofia è  un lusso?, e la risposta è  drammaticamente affermativa:  «Il dramma   della condizione umana è che è impossibile non filosofare e nello stesso tempo impossibile filosofare». Questio de centauris.

Pierre Hadot

Esistono tuttavia momenti in cui lo si può fare, o almeno tentarvi. Per lo più abbiamo una conoscenza della filosofia come storia della filosofia, e per certi versi è saggio sia così, che si possa ricostruire l’evoluzione del pensiero, il suo dipanarsi anche caotico, secondo rivoli che Heidegger giustamente ha chiamato Holzwege, sentieri interrotti di cui si perde traccia nel bosco per poi ritrovarli poco oltre.

Ma essa, e Hadot lo spiega splendidamente, è ben altro. È amor, non amicizia, di sapienza: φιλο-σοφια. È una tensione insopprimibile a ricercarla sapendo di non poterla mai raggiungere. Altra questio de centauris, corpo di cavallo e busto d’uomo.

Ma più che altro, soprattutto nella sua apparizione originaria, nella filosofia classica, quella di Socrate, degli epicurei, degli stoici, è modalità di vita, atteggiamento o disposizione dinanzi ad essa, prima ancora che stile di vita. Modo di porsi dinanzi al mondo, alla natura e agli altri. Ed è cura di se stessi, quasi un’embrionale forma di terapia analitica, o, per chi

Socrate

lo preferisse, anticipazione di qualche millennio di consolazione religiosa. Hadot non lo scrive mai espressamente, ma questo è quello che si percepisce leggendo il suo libro. Certo, fa riferimento a Ignazio di Lojola e alla tradizione monastica, così come incappa in qualche nipote di Freud. Ma fa scrupolosamente il suo mestiere che è più quello del topo di biblioteca, del certosino alla ricerca del piccolo particolare, della citazione appropriata, del riferimento risolutivo.

Gli esercizi spirituali a cui sostanzialmente fa riferimento sono una sottile, faticosa, reiterata meditazione, vicinissimo distacco, dispersione nel cosmo e concentrazione in un attimo, nell’attimo, né ieri, né domani, ora, solo ora, qui, dov’è la vita.

Vien voglia di seguirlo sulla sua strada, di abbeverarsi a quell’antica saggezza fatta di consapevolezza di non sapere e di continue incessanti domande. Ma come scrive nell’ultimo saggio del suo libro, la filosofia è un lusso. Non ce lo possiamo permettere. Così continueremo a vivere nella nostra povertà.

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