Dicono di me

Maurizio Marinelli

Maurizio Marinell

Daniele è un amico, prima di tutto. E questo mi dovrebbe consigliare di farla finita qui.

Ma vado avanti.

Daniele è il più pedante, rigoroso, pressante, perseverante, puntiglioso, rompiballe tra gli autori con cui ho lavorato come direttore editoriale di Baskerville, la casa editrice che ha pubblicato il suo libro di racconti “Sempre Più Verso Occidente”.

Il che gli fa onore perché pubblicare un libro come questo significa sbudellarsi pubblicamente e se lo fai con distacco ed apatia, con la distanza snob di chi ha ben altro da fare, significa che non dici la verità.

Daniele è vero. Con tutti i pregi e i difetti che hanno quelli che non si nascondono.

Daniele ti fa incazzare quando esonda mettendo in ordine il mondo e gli vuoi bene come ad un fratello quando ti racconta di se e delle sue debolezze.

Per questo Daniele è uno scrittore di razza perché solo quelli come lui riescono a vivere una vita di alti e bassi, di passioni e di depressioni, protagonisti cinici della loro quotidianità fino all’autodistruzione, che poi riescono a trasformare in pagine scritte senza usare la prima persona singolare, senza fare diari e autobiografie, piagnistei in cerca di redenzione.

Daniele guarda in faccia la vita. Soprattutto la sua. E la racconta parlando d’altro.

Questo fanno gli scrittori migliori.

Per finire: non mi piace la foto del blog. Quello è un sorriso felice che, senza il contesto emotivo che lo ha generato, diventa pornografico.

Il sorriso pubblico di Daniele è di traverso, intelligente, ironico, sarcastico, complice.

Maurizio Marinelli

1 marzo 2010

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