Sisifo, la fatica e altre storie
23 gennaio 2011Quel tipo lì, nell’immagine, si chiama Sisifo. Di lui scriveva nel Libro Xi dell’Odissea Omero: «Sísifo pure vidi che pene atroci soffriva / una rupe gigante reggendo con entrambe le braccia. / Ma quando già stava / per superare la cima, allora lo travolgeva una forza violenta / di nuovo al piano rotolando cadeva la rupe maligna».
A quella fatica senza fine, incessante, da cui pare impossibile sottrarsi, Sisifo fu condannato niente popò di meno che da Zeus, il quale non gradì molto che il figlio di Eolo e di Enarete, per dar da bere agli abitanti di Corinto privi d’acqua, rivelasse a Asopo, dio dei fiumi, che il dio degli dei s’era rapito una ninfa sua figlia. Infuriato per la soffiata in cambio della quale Sisifo aveva ottenuto una fonte, l’onnipotente fece mandare dal fratello Ade, con il compito di catturare e rinchiudere nel Tartaro lo spione, Tanato che noi tutti sappiamo ha a che fare con la morte.