Anna Benedetti

La “commozione” di Belpoliti

30 marzo 2017

Marco Belpoliti e Anna Benedetti alla presentazione di "Primo Levi di fronte e di profilo". Foto di Andrea Ruggeri (andrea@nonamephoto.it)

Non mi era mai capitato – eppure non è attività che non abbia praticato nella mia ormai lunga vita – di vedere, alla presentazione di un libro, l’autore “commuoversi” per il contenuto di quanto ha scritto, diciamo così “per l’oggetto” della sua narrazione.

Ma c’è sempre una prima volta. A Marco Belpoliti – tenace curatore delle Opere di Primo Levi e adesso autore di 736 magiche, intriganti e preziose pagine intitolate Primo Levi di fronte e di profilo che Guanda ha mandato in libreria un anno e mezzo fa, ospite ieri con Giovanni Falaschi della rassegna “Leggere per non dimenticare”, da molti anni prestigiosa vetrina della migliore editoria messa in piedi da Anna Benedetti – si è spezzata la voce facendo un inciso sulla poco esplorata attività poetica di Primo Levi, quei 45 componimenti in versi contenuti in Ad ora incerta, edizione Garzanti perché Einaudi li snobbò, più gli 11 ripescati proprio da Belpoliti nelle Opere del 1988. «Le poesie sono il grido di dolore di Primo Levi», ha detto quasi facendo fatica a pronunciare quelle parole.

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La registrazione alle Oblate

27 aprile 2011

Foto Andrea Ruggeri

Cercando nel sito di Leggere per non dimenticare una foto di Alessandro Pagnini da inserire nel post Medici in cura, ho trovato la registrazione audio della presentazione del mio libro alle Oblate nella rassegna organizzata da Anna Benedetti l’11 febbraio scorso che ripropongo qui per chi fosse interessato.

Medici in cura

27 aprile 2011

Alessandro Pagnini. Foto Andrea Ruggeri

Come avevo annunciato il 7 agosto scorso in un post intitolato Corpo e mente, sono stato a sentire il mio maestro – Paolo Rossi Monti – presentare a Leggere per non dimenticare, l’ultimo libro di uno dei suoi allievi, Alessandro Pagnini. Il libro si intitola Filosofia della medicina, pubblicato da Carocci, e, benché non l’abbia ancora letto, credo farebbero bene a darci un’occhiata i medici, ma non solo loro.

Negli ultimi anni di dottori ne ho conosciuti tanti, sono stato costretto a farlo, ma, nella maggior parte dei casi, ne sono contento. Direi che ho stretto qualche amicizia e c’è stato più di uno scambio di reciproca stima. Persone aperte, con cui ho parlato anche d’altro, non solo dei miei acciacchi. Specializzati in branche diverse, di diversa formazione, universitari, ospedalieri, generici, allopatici e non, marginali e sulla breccia. Troppi per ricordarli tutti e c’è anche un problema di privacy, in questo caso mia.

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Incolpato dalla Nazione

11 febbraio 2011

Il primo numero de La Nazione del 1859.

La Nazione ha chiesto a Anna Benedetti che i suoi autori si presentino con un breve scritto prima delle presentazioni a Leggere per non dimenticare. Così ieri sull’antico quotidiano fiorentino è uscito questo mio articolo che, in redazione, hanno così titolato: Verso Occidente: le ‘colpe’ di Pugliese a ‘Leggere per non dimenticare’.

A dare il titolo al libro, Sempre più verso Occidente, è uno dei dieci racconti che lo compongono ed è un debito alla capacità di Primo Levi di osservare l’assurdo, l’incomprensibile, l’inimmaginabile, perché si rifà a un suo racconto, Verso occidente, contenuto in Vizio di forma.

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Alzheimer nazista

6 febbraio 2011

È una soddisfazione particolare – aggiuntiva alle altre – quella di presentare venerdì prossimo, 11 febbraio alle 17.30, il mio libro alla Biblioteca delle Oblate in via dell’Oriuolo a Firenze nell’ambito della prestigiosa rassegna che da anni organizza Anna Benedetti. Una soddisfazione particolare per il titolo della manifestazione: Leggere per non dimenticare.

“Per non dimenticare” è un monito che ha preso corpo non solo per rendere omaggio alle vittime dell’Olocausto, ma per impedire che, come si è variamente tentato e ancora qualcuno vi prova, quell’orrore sia negato, confinato in un passato troppo lontano, rimosso e, perciò, replicabile. L’assillo di Primo Levi, che inquietava i suoi sonni e lo lasciava sgomento, era quello di non essere creduto, quello di portare una testimonianza che addirittura i più cari trovassero inattendibile. C’è più di una pagina in cui ce lo dice. E dunque no, no: testimoniare, raccontare, dire, scrivere, appuntare, perché appunto non si dimentichi, non ci si scordi, non si cancelli.

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L’ultimo incontro col libro

7 gennaio 2011

Anna Benedetti

Direi che l’11 febbraio si conclude un ciclo. Quel giorno l’amico e vice presidente del Senato Vannino Chiti presenta alla Biblioteca delle Oblate, nell’ambito di Leggere per non dimenticare, la prestigiosa rassegna organizzata da Anna Benedetti, la mia raccolta di racconti Sempre più verso Occidente pubblicata da Baskerville.

È passato più di un anno da quando Maurizio Marinelli, direttore editoriale della casa editrice bolognese, mi ha consegnato la prima copia di quello che per molto tempo era stato solo un sogno. Quel giorno, le parole che avevo scritto nel corso del tempo, avevano finalmente trovato il guscio nel quale stare, la loro forma compiuta, fatta di carta, inchiostro, colla, fili.

Ho avuto occasione di presentarlo a Firenze, alla libreria Libri Liberi, con Pasquale Mennonna, Italo Dall’Orto che ne ha mirabilmente letto alcuni brani in pubblico e Tiziano Mealli e i suoi allievi del conservatorio. Fu una festa con gente che sembrava davvero contenta di essere lì. Poi a Pistoia, con Vannino appunto, Dario Longo e Massimo Biagi allo Spazio di via dell’Ospizio. Al circolo letterario di Gianni Conti con Paolo Vannini e Carla Edigati a Sesto Fiorentino, poi alla festa del Pd di Montale con Alessandra Pastore, alla comunità ebraica di Livorno con Alessandro Cosimi e Paola Jarack Bedarida, al Comune di Arezzo con Tito Barbini e Claudio Repek, ai bagni Milena di Viareggio con Aldo Rosati e Titti Maschieto, a Siena con Roberto Barzanti anche se lì poi la presentazione non c’è stata, e al Festival del cinema delle donne all’Odeon con Simon Dynys, a Fucecchio alla Fondazione Montanelli con Stefano Tesi.

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