apocalisse
27 ottobre 2016
Questo il testo della relazione Attualità dell’idea di Apocalisse che ho presentato ieri all’incontro su “Apocalissi ieri e oggi” nell’ambito del ciclo Incontri alla fine del mondo organizzato dal Museo Pecci di Prato ed al quale hanno partecipato il professor Marco Ciardi dell’Università di Bologna, che ha parlato di Apocalissi e ricerche d’altri mondi. Atlantide e non solo, e il professor Andrea Mecacci, dell’Università di Bologna, con un intervento su Estetiche dell’apocalisse:
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Tags: apocalisse, Arthur Schnitzler, fine del mondo, Giacomo Leopardi, Guido Morselli, Joseph Roth, Primo Levi, Robert Musil, Sigmund Freud, Thich Nath Hahn, Thomas Mann
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26 ottobre 2016
Apocalissi. Ieri e oggi
TALKS / INCONTRI ALLA FINE DEL MONDO
October 27, 2016 6:00 PM
Museo Pecci, Prato
Con Daniele Pugliese, Marco Ciardi e Andrea Mecacci
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Tags: apocalisse, fine del mondo
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17 ottobre 2016
Questo il mio articolo pubblicato nel bel sito www.doppiozero.com sulla mostra che inaugura la riapertura del Museo Pecci a Prato dedicata alla fine del mondo:
La fine del mondo dall’astronave del Pecci
Daniele Pugliese
Prima della fine del mondo ci saranno ovviamente “Gli ultimi giorni dell’umanità”. È questo il titolo del dissacrante dramma – 779 pagine nell’edizione Adelphi in 2 volumi – che Karl Kraus scrisse fra il 1915 e il 1922, avvertendo nella premessa il lettore che la sua messa in scena «è concepita per un teatro di Marte», richiedendo «secondo misure terrestri, circa dieci serate».
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Tags: apocalisse, Arthur Schnitzler, Augusto Placanica, Doppiozero, fine del mondo, Gregory Bateson, Guido Morselli, Joseph Roth, Karl Kraus, Primo Levi, Robert Musil, Sigmund Freud, Thich Nath Hahn, Thomas Mann, Wlodeck Goldkorn
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9 ottobre 2016
Scrivi dunque le cose che hai visto,
quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito.
Giovanni, Apocalisse, 19
La fine dei mondi, anziché quella del mondo. È la tesi di fondo che – scartabellando per anni la cosiddetta letteratura apocalittica, costituita di basilari testi filosofici e di altrettanto imperdibili libri di narrativa – ho sostenuto in un saggio senza fine che – al posto di quella sul pensiero morfologico in Goethe, Spengler e Wittgenstein – avrebbe dovuto essere in origine la mia tesi di laurea, poi divenuto, sacrificandone numerose parti, il libro Apocalisse il giorno dopo. La fine del mondo fra deliri e lucidità, pubblicato dalla Baskerville di Bologna nel 2012 all’alba della fatidica data nella quale saremmo stati spazzati via tutti da un asteroide la cui orbita avrebbe centrato in pieno il pianeta.
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24 settembre 2016

L'Utopia ti Tommaso Moro
Mentre stavo scrivendo un articolo che pubblicherò nei prossimi giorni intorno alla figura di Italo Calvino, ieri ascoltavo a Radio 3 Peppe Servillo leggere brani delle visibilissime Città invisibili dal palco della festa dell’emittente culturale della Rai che, con il pensiero rivolto ai terremotati, fino a domani si svolge a Matera avendo come tema intorno al quale ruotano gli eventi le utopie e le distopie, e prima di sentire quelle concise, accurate geografie metropolitane fantastiche, avevo sentito ospiti della trasmissione ricordare che in questo 2016 ricorrono i 500 anni dell’Utopia di Tommaso Moro, il testo che ha introdotto questo concetto – quantunque i “non-luoghi” esistano fin dall’antichità, ne è piena la mitologia e l’epica greca, ma che altro è l’Atlantide di Platone? – ed i rimandi che da questa parola giungono ad Adriano Olivetti, personaggio a cui sto prestando sempre maggior attenzione.
Ascolto tutto questo e mi sovviene che il titolo originale dell’intervista contenuta in Appropriazione indebita nella quale Eugenio Garin storceva il naso all’ipotesi di affossare, con il nome del Pci, la molla che fa desiderare di non aspettare il paradiso nell’al di là e di avere dei valori in cui credere era proprio Ma un’utopia deve restare, e che anche un intero capitolo, il nono per la precisione, del mio Apocalisse, il giorno dopo. La fine del mondo fra deliri e lucidità, pubblicato da Baskerville nel 2012, tratta proprio il medesimo argomento.
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13 settembre 2016

La copertina di "Apocalisse, il giorno dopo"
Il 24 e il 26 agosto scorsi, con i post Questo terremoto e Un articolo sul Journal del Pecci, ho avuto occasione di tornare sul tema trattato nel mio Apocalisse, il giorno dopo, pubblicato da Baskerville nel 2012 alla vigilia della catastrofe annunciata per il 12.12.12, in una rilettura “new age” di un’iscrizione Maya condita di calcoli astronomici sul possibile impatto di un corpo celeste con il pianeta Terra, ovvero sia con il tema al quale ho dedicato, nei ritagli di tempo concessi da un lavoro che se fatto con scrupolo occupa molte ore al giorno e molti giorni all’anno e molti anni in una vita, il tema della fine del mondo, a cui il Centro Pecci, dedicherà una mostra a partire dal 16 ottobre prossimo, quando verrà inaugurato, dopo molti anni di restauro, il museo d’arte contemporanea di Prato.
In preparazione di quell’evento, per dettagliarne i contorni e fornire le correlazioni, il Pecci, nella Sezione journal nel suo sito internet ha iniziato, a partire dal 16 marzo scorso, la pubblicazione di una serie di articoli, interventi, interviste dedicate appunto alle varie facce del Tema fine del mondo, ed è nell’ambito di queste che mi è stato chiesto di scrivere l’articolo citato, pubblicato il 25 agosto con il titolo La fine del mondo. Ancora. L’apocalisse: un’idea, come quella dell’amore, che pervade la cultura di tutti i tempi.
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Tags: apocalisse, fine del mondo, Wlodeck Goldkorn
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26 agosto 2016

Il fungo atomico alle Marshall
Corredato dall’inquietante immagine del fungo provocato dall’esplosione sottomarina del 25 luglio 1946 alle Isole Marshall come esperimento nucleare promosso dalla Marina americana e da una drammatica istantanea scattata nella grande discarica di rifiuti elettronici e tecnologici provenienti dai paesi occidentali che si trova ad Agbogbloshie, un agglomerato della capitale del Ghana, Accra, e col titolo La fine del mondo. Ancora, il “Journal” del Museo Pecci d’arte contemporanea a Prato ha pubblicato ieri un mio articolo in vista della mostra, proprio sull’argomento della fine del mondo, che il 16 ottobre prossimo inaugurerà la riapertura del centro espositivo sottoposto a lunghi quanto indispensabili lavori di restauro.
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24 agosto 2016

Scosse registrate da un sismografo
La paura che il mondo possa finire viene in mente tutte le volte che la Terra trema, come alle 3.36 di questa mattina, e poi ancora un’altra scossa. Epicentro ad Accumoli vicino a Rieti, ma la percezione del sisma si è avvertita anche a Roma e a Bologna.
La Terra trema e chi la sente tremare pensa sia giunta la fine. Spesso per qualcuno è così: oggi si contano già 23 morti, ma i dispersi sono tanti e la cifra è destinata a crescere.
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23 agosto 2016
Questo il testo del comunicato stampa che AliComunicazione di Daniela Mugelli ha inviato alla stampa per rendere nota la pubblicazione a puntate su questo blog delle interviste fatte quando lavoravo a l’Unità, che ho intenzione, come ho anticipato in Un libro per i miei lettori, di raccogliere in un e-book intitolato Appropriazione indebita, il cui indice è già consultabile.
Lo sfascio della politica nelle “predizioni” di Garin
“Appropriazione indebita”:
30 interviste ai “grandi” nel blog di Daniele Pugliese
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Tags: Achille Occhetto, ali comunicazione, apocalisse, Appropriazione indebita, Confucio, Eugenio Garin, il giorno dopo, Io la salvero' signorina Else, Partito comunista italiano, Sempre più verso Occidente
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22 dicembre 2012
L’incipit di Apocalisse, il giorno dopo
I casi sono due: questo libro non è in libreria e tu, lettore che lo hai in mano, non esisti più. Come cantava Leporello nel Don Giovanni di Mozart «Ah padron, ah padron… Ah padron siam tutti morti».
Oppure il libro c’è, tu lo hai in mano e il 21 dicembre 2012 non c’è stata l’annunciata fine del mondo, l’ultima di una lunga serie: un meteorite che ha centrato la Terra come avrebbero previsto i Maya molto tempo addietro. Se è vera la seconda ipotesi e hai appena letto la frase “Se è vera la seconda ipotesi”, come Leporello possiamo anche noi tranquillamente andare all’osteria «a trovar padron miglior».
L’e-book da scaricare gratuitamente si trova qui: www.baskerville.it/ebook/
Daniele Pugliese, Apocalisse, il giorno dopo La fine del mondo fra deliri e lucidità, © Baskerville 2012 – Pag. 245 - Euro 20,00, ISBN 978 88 8000 702 9. Il libro sarà disponibile e scaricabile gratuitamente in formato ebook (pdf) fino all’uscita del volume di carta, prevista per la fine di gennaio.
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6 dicembre 2010
XX. Tracce di rivelazione

Friedrich Nietzsche
Abbiamo fatto cenno alle riflessioni di Asor Rosa sull’Apocalissi e il destino dell’Occidente dopo la guerra del Golfo. Ci sono in quel libro argomentazioni che possono essere preziose per chi voglia tentare di dar vita a un nuovo paradigma della politica.
Già nell’introduzione ci mette dinanzi al rischio che corriamo di restare attoniti, paralizzati, inoperativi. Scrive:
Io non dico: non è più possibile operare. Io dico: non è più possibile operare, se alcune condizioni preliminari e profonde, anche pre-politiche, non sono ripensate e ricostruite[1].
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5 dicembre 2010

Alberto Asor Rosa
XIX. Una proposta politica
Fin dalle prime righe di questo testo si è voluto evidenziare alcuni aspetti critici nei confronti del libro di Revelli, pur condividendo in pieno il fatto che sia stato scritto, le motivazioni di fondo che hanno indotto a scriverlo, gli obiettivi per cui evidentemente è stato scritto, ed anche la forza delle argomentazioni e dei materiali a cui si è attinto per scriverlo.
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25 novembre 2010
Ho già avuto occasione il 13 novembre scorso di segnalare il seminario che a partire da domani, venerdì 26, e fino a domenica si tiene a Fermo nelle Marche per iniziativa della Comunità di Capodarco e dell’agenzia di informazione Redattore sociale. Il titolo del seminario è Oltre l’Apocalisse – Come non farsi imprigionare dalla paura del nuovo.
Un comunicato stampa diffuso oggi da Redattore sociale informa che sono oltre 200 i giornalisti che vi prenderanno parte, di cui 57 grazie a borse di studio. E aggiunge: «Il titolo scelto quest’anno è come al solito una cornice, il filo conduttore di un programma molto vario che passerà dall’analisi della costruzione e della “confezione” della paura alla vita dei cronisti minacciati in Calabria; dal futuro del giornalismo nella postmodernità alla gerarchia delle notizie; con al centro tre seminari paralleli su temi spesso rappresentati in termini ansiogeni: gli adolescenti, gli anziani e le differenze di genere. Il tutto, ovviamente, in riferimento al mestiere di giornalista. Un mestiere sul quale i cambiamenti repentini degli ultimi anni fanno oggiincombere quella sensazione di incertezza e a volte, appunto, di Apocalisse che invece deve essere assolutamente contrastata. Con creatività, certo, ma soprattutto recuperando l’autonomia e i fondamenti (anche etici) della professione».
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13 novembre 2010
Redattore Sociale è l’agenzia di informazione voluta dalla Comunità di Capodarco. Tutti i giorni dà notizie sui poveri, gli immigrati, i reietti, ma sì, gli sfigati. Più seriamente: racconta cosa succede nel mondo così com’è, non come gli altri ce lo raccontano. E il mondo è più pieno di sofferenza di quanto non ci si voglia illudere che sia.
Negli anni in cui ho diretto Toscana Notizie ho fatto sì che ci fosse una collaborazione fra loro e noi e questo credo sia stato proficuo per loro, per noi, per la Regione Toscana, ma soprattutto per far conoscere appunto alle persone i problemi sociali.
Redattore Sociale ha organizzato un “Seminario di formazione per giornalisti a partire dai temi del disagio e delle marginalità” il cui titolo è Oltre l’Apocalisse. Come non farsi imprigionare dalla paura del nuovo che si terrà a Fermo dal 26 al 28 novembre 2010.
Considerato che l’Apocalisse, su suggestioni storico scientifiche di Paolo Rossi Monti, era l’argomento a cui era dedicata la prima stesura della mia tesi di laurea, resto attento a questo tema e non mi dispiacerebbe partecipare a quell’incontro. Son certo che avrei cose da imparare e anche qualcuna da insegnare, a questo punto della mia vita e della mia preparazione.
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17 marzo 2010

Centauro
Fol - Voglio inferire che gli uomini
sono tutti morti, e la razza è perduta.
Gno – Oh cotesto è caso da gazzette.
Ma pure fin qui non s’è veduto che ne ragionino.
Fol - Sciocco, non pensi che, morti gli uomini,
non si stampano più gazzette?
Giacomo Leopardi
Dialogo di un folletto e di uno gnomo
in Le operette morali
Mai nessun giornale dirà perché. Ma tutta la stampa riportò la notizia di «un uomo a cavallo di un delfino» al largo di Corfù. Si leggeva negli articoli che i marinai l’avevano avvistato dirigersi verso levante, in direzione quindi della costa greca. Ma dai porti di quel paese non giunsero altre segnalazioni. Fu invece un famoso skipper che, molti anni dopo, raccontò di aver incrociato il busto di un uomo che tagliava l’acqua come fosse una prua, al largo della Spagna in direzione Gibilterra. Per l’esattezza quell’anomalo incontro era avvenuto a poche miglia da Moraira.
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