Daniela Mugelli

La “riappropriazione” di Enrico

27 agosto 2016

Enrico Zoi nella foto del suo profilo Facebook

Enrico Zoi dev’essere entrato al liceo Nicolò Machiavelli di Firenze, all’epoca ospitato dentro la medicea Fortezza da Basso dove ormai si fan solo più mostre di second’ordine o più blasonate sagre di paese, un paio d’anni prima che io, ripetente di un anno perso al ginnasio, me ne stavo per uscire e, se non ricordo male, partecipava a un po’ delle sterminate riunione che si organizzavano all’epoca nelle scuole o nelle case del popolo.

Ci siamo rivisti molti anni dopo tenendoci però, credo, reciprocamente sott’osservazione, perché, come un’altra mezza dozzina di compagni del liceo – mi vengono in mente ovviamente Mario Fortini, e poi Simone Fortuna, Paola Emilia Cicerone, Paolo Russo, per certi versi Francesco Maria Cataluccio, coautore con me di un resoconto sull’ultimo seminario di Cesare Luporini all’Università, e, ma andando ai tempi delle medie anziché delle superiori, Stefano Bucci, sperando non me ne voglia chi rimasto fuori dalla lista –, abbiamo poi intrapreso, con le opportunità che ciascuno ha avuto a disposizione, il medesimo mestiere, quello di dare informazioni, nobile variante di un’attività che c’è chi dice sia quella di far la spia.

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La lezione dell’oloturia

5 settembre 2014

Cetrioli di mare

Nelle stesse ore in cui stavo pubblicando qui nel mio blog alcune considerazioni intitolate Cellule altruiste, riguardo quel fenomeno naturalissimo di suicidio proficuo per chi lo compie e chi gli sta d’intorno definito apoptosi, la stessa parola con cui gli antichi greci definivano la caduta delle foglie dai rami e dei petali dai fiori, e nei paraggi dell’istante in cui da qualche parte mi sono sbucati dei versi, Daniela Mugelli, senza la quale non esisterebbe questo contenitore di parole e pensieri, e che per la poesia ha un debole, nella sua bacheca di Facebook riportava il seguente testo di Wislawa Szymborska:

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Maggior visibilità

8 agosto 2010

C’è una finestrella sul profilo Facebook che invita a scrivere qualcosa di sé. Qualcuno la riempie con la frae più importante delle propria vita, qualcuno davvero riesce a descriversi. Io ci ho messo un invito, a «scrivere qualcosa su di me», mandando una e-mail a dp@danielepugliese.it.«Se non mi offendi – aggiungo  – la pubblicherò». Quei messaggi finiscono nello spazio Dicono di me, del mio blog, il quale invero non ha grande visibilità, per cui può sfuggire a chi naviga fra le mie parole. Lì ce ne sono di più importanti: Giorgio e Gioia Jorio, Gian Luca Corradi, Piero Nacci, Maurizio Marinelli, Lina Senserini, Daniela Mugelli, Cristiana Schillaci, Marco Meli, Paola Emilia Cicerone, e ora Valeria Corsi. Li porto più in superficie o, come amano chiedere i politici per se stessi, gli do maggior visibilità. L’invito, per chi volesse, è ancora valido.

Sancho: dalle parole al poema

6 luglio 2010
www.visionidellamarezza.it

www.visionidellamarezza.it

La dominante è l’albero. Lui c’è sempre. L’acqua, il cielo, le case, il reticolato, i fili dell’alta tensione, la neve compaiono ma alternandosi, lui invece, l’albero, c’è sempre. Solitario, sofferente, resistente, associato, impercettibile c’è sempre. Talvolta ha le foglie, talvolta solo i rami, il tronco c’è sempre, sfuggono semmai le radici. Scriveva Kafka: «Infatti noi siamo come tronchi di alberi nella neve. In apparenza giacciono raso terra e con una piccola spinta si dovrebbe poterli smuovere. No, non si può, che sono saldamente legati alla terra. Ma vedete anche questa è soltanto apparenza».

Il titolo del libro consultabile on line è visioni dell’amarezza e la scelta di usar la minuscola pervade ogni pagina, salta l’obbligo del punto, rende continuativa la lettura, sbattezza gli autori trapassandoli dal nome proprio alla genericità. È un libro di foto, e chi le ha fatte, immobilizzando alberi e contesti, fermando l’acqua che scorre o addormentando il vento che soffia, cogliendo talvolta la desolazione perché la natura par contaminata dalla mano dell’uomo oppure contraddetta dai suoi stessi elementi, dalle forze paralizzate che la percuotono o nella sua anima scorrono.

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Dieci miseri centimetri

11 giugno 2010

Al Pacino

E io so che se potrò avere un’esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì. In questo consiste. È in quei dieci centimetri davanti alla faccia.

Al Pacino in Any Given Sunday

(Ogni maledetta domenica), di Oliver Stone, Usa, 1999

P.S. Grazie, Santcho. Troppo onore.

Forma e sostanza

21 aprile 2010

Maurizio Marinelli - direttore editoriale della Baskerville di Bologna

Maurizio Marinelli - direttore editoriale della Baskerville di Bologna

Maurizio Marinelli, l’editore della Baskerville di Bologna che s’è preso la briga di pubblicare Sempre più verso Occidente e altri racconti a costo di aver a che fare con l’autore più “scassacazzi” che gli sia capitato in vita sua, ce l’ha fatta. In uno dei testi che alimentano la sezione di questo blog intitolata “Dicono di me”, scriveva che la foto di me che compariva in queste pagine era quasi pornografica, rivelando un sorriso che non m’appartiene o, meglio, che esiste ed è esistito solo in un contesto meditativo da un grande maestro che si chiama Thich Nath Hahn. La foto in questione è questa:

A Plum Village nel luglio del 2009

Ora, Daniela Mugelli che s’è presa l’ingrato compito di curar per me le parti più tecnologiche e rognose di questo dialogo in pubblico con chi vuol relazionarsi con me o non ha di meglio da fare, lo ha accontentato, sostituendo l’immagine con un ritratto scattato dall’amico Gianni Pasquini in occasione della presentazione di Sempre più verso Occidente e altri racconti l’8 aprile scorso alla libreria Libri Liberi di via San Gallo a Firenze. Han fatto tutto loro a mia insaputa, segno evidente che nel mio computer si può entrare con una facilità che quasi mi sconcerta. Il risultato è questo:

Alla presentazione di “Sempre più verso Occidente” l’8 aprile 2010 a Libri Liberi a Firenze

Io li lascio fare ed accolgo di buon grado il mutamento e la generosità. (continua…)

Giovedì a Pistoia

18 aprile 2010

Vannino Chiti

ali comunicazione di Daniela Mugelli, a cui Baskerville di Maurizio Marinelli, per mio tramite, ha affidato le pubbliche relazioni e l’ufficio stampa riguardo Sempre più verso Occidente e altri racconti, ha diffuso questo comunicato stampa:

Vannino Chiti presenta il libro di Daniele Pugliese

Giovedì 22 aprile alle 18 allo Spazio di via dell’Ospizio si parla di “Sempre più verso Occidente”

Sarà il vicepresidente del Senato Vannino Chiti a presentare giovedì 22 aprile alle ore 18 alla libreria Lo Spazio di via dell’Ospizio di Pistoia la raccolta di racconti di Daniele Pugliese Sempre più verso Occidente edito dalla casa editrice Baskerville di Bologna nella «collana blu» che annovera in catalogo autori quali Pier Vittorio Tondelli, Fernando Pessoa, Georges Perec, Orson Welles.

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Le aquile non volano a stormi

10 aprile 2010

da a basso volume di Daniela Mugelli

volo come un’aquila ma con le ali di un passero – anne sexton

Aaron Siskind

Aaron Siskind

siate cauti con le parole, anche con quelle miracolose.
per le miracolose facciamo del nostro meglio,
a volte sciamano come insetti
e non lasciano una puntura ma un bacio.
possono essere buone come dita.
possono essere sicure come la roccia
su cui incolli il culo.
ma possono essere margherite e ferite.
io sono innamorata delle parole.
sono colombe che cadono dal tetto. (continua…)

Primo giorno di scuola

9 aprile 2010
presentazione 8 aprile 2010 - Libreria Libri Liberi - Firenze

presentazione 8 aprile 2010 - Libreria Libri Liberi - Firenze

Ho ripreso fiato. Ieri mattina mi sentivo come il giorno che, forse mia madre, mi accompagnò alla scuola Carducci per la prima elementare. (Watson, naturalmente). Direi che era il primo ottobre del… a quanti anni si va alle elementari? Insomma, sicuramente negli anni Sessanta. Ieri l’altro. O giù di lì. Ieri sera invece ero sfinito e i miei reni hanno fatto anche un po’ le bizze. Ma molto contento. La prima presentazione di un mio libro, interamente mio, proprio mio era andata benissimo. Almeno mi è sembrato che le persone fossero contente, si stessero divertendo o interessando e che non ci fosse quel clima barbogio di certe celebrazioni o autocelebrazioni. Italo Dall’Orto ha letto brani della Pasticca verde e dell’Ingrato talmente bene che io faticavo a riconoscere di averli scritti io. Che fortuna averlo conosciuto grazie alla complicità di Nicoletta Collu. (continua…)

Sancho Panza

7 aprile 2010

Sancho Panza

Daniela è il mio scudiero. Il mio Sancho Panza. Intendo Daniela Mugelli, sia chiaro, non facciamo confusioni con le molestatrici inette. Perché sia tanto generosa con me non lo so. Ho imparato, o mi hanno fatto imparare, da piccolo a pensare che la generosità sia rara, molto rara, un dono della natura. C’è sempre qualcosa da pagare: a prezzo d’inflazione, come la maturità. E tutto quello che c’era da pagare, l’ho pagato. Ho pochi debiti. Direi che non ne ho, se non tutti quelli spirituali e intellettuali e sentimentali, che onoro fino all’ultimo centesimo di riconoscenza, e pure con soddisfazione. Dò atto. Sempre e comunque. Con Daniela non ho versato una lira e lei è lì, sul suo ciuco, che mi accompagna a infilare con una lancia i mulini a vento: boh! Si innamora al posto mio, prende i bicchieri di carta, fa clic clic col mouse, mi rompe le palle ogni volta che può. Ha un nome faticoso come il mio: dio è il mio giudice. Auguri. Anzi: cazzi tuoi. O nostri. O miei e tuoi, a ciascuno il suo, meglio direi, più realistico, più sincero: è così che si guarda in faccia l’assurdo. E le persone. Come canta Guccini le regalerò un castello, quando sarò morto. Se domani, alla presentazione del mio libro alle 18 alla libreria Libri Liberi in via San Gallo, tutto andrà per il verso giusto, molto lo devo a lei. Poi devo ringraziare Cristiana Schillaci, Vittorio Rossi, Maurizio Marinelli, Titta Gibertoni, Nicoletta Collu, Italo Dall’Orto, Tiziano Mealli, ovviamente Pasquale Mennonna e sua figlia Luigia, e mi son sicuramente dimenticato qualcuno. (continua…)