Doveri mentali
15 agosto 2010
C’è chi di Facebook ne fa un uso intelligente e chi lo scialacqua, invece, per inezie insignificanti a cui la posta elettronica o gli sms potrebbero tranquillamente ovviare. In particolare apprezzo chi se ne serve come di un moltiplicatore di informazioni, suggestioni, consigli e suggerimenti, come la messa a parte di contenuti che altrimenti sarebbero difficili da recuperare, che possono sfuggire, che si rischia di non vedere, non sentire, non conoscere.
Dopo un rapido scambio di auguri ferragostani, due Aficionados come Giulia Gemignani e Dino Leone, la prima via messaggio, il secondo in bacheca, richiamano rispettivamente la mia attenzione sull’ultima scena dello splendido film del 1979 di Hal Ashby, con Peter Sellers e Shirley MacLaine, Oltre il giardino, e su un articolo di Elisabetta Rasy su Simone Weil pubblicato il 13 agosto su Il Sole 24 Ore, dal titolo Senza libertà di pensiero l’uomo è perduto